“Guardali, si credono noi”. Intervista a Paola Maffioletti
di Maria Nicoletta Tulli / 21 giugno 2010
“Guardali, si credono noi” è uno spettacolo teatrale dedicato a Ennio Flaiano e Federico Fellini, diretto e coreografato da Paola Maffioletti. Già ospite il 28 e il 29 maggio al Teatro Palladium di Roma, a chiusura del ‘Romatre Filmteatrofest 010’, il 2 luglio tornerà in scena a Pescara, in concomitanza della manifestazione per la consegna dei Premi Flaiano per il Teatro, il Cinema e la Televisione. Sul palco convivonoprosa, danza, proiezioni e canzoni dal vivo: un’opera completa che ci riporta all’Italia degli anni ’60.
Qualche domanda alla regista, che, con professionalità e pazienza, ci racconta il suo impeccabile lavoro, assolutamente da non perdere.
È la prima volta che va in scena “Guardali, si credono noi”?
Sì, ha debuttato in prima nazionale a Roma al Teatro Palladium, ospite del ROMATREFILMTEATROFEST 010, in occasione del centenario della nascita di Ennio Flaiano e del 50esimo de “La Dolce Vita”, date significative per la cultura italiana celebrate quest’anno non solo nella capitale, ma anche nel resto dell’Italia con eventi, convegni e spettacoli. Il nostro è stato un debutto promosso dal Dipartimento Comunicazione e Spettacolo DAMS di RomaTRE, che ha accolto il mio progetto proprio perché finalizzato alla celebrazione di Flaiano e Fellini, amici e collaboratori, artisti straordinari e innovatori.
Un rimando politico e sociale all’Italia degli anni ’60: parole, musiche, balli e addirittura immagini de “La dolce vita” proiettate dietro agli attori. È stato emozionante tornare indietro nel tempo?
Il testo che ho elaborato dalle opere di Flaiano ci ha proiettato in un passato recente che fa ancora parte della nostra cultura. Abbiamo constatato dell’autore il suo essere in qualche modo ‘profetico’ rispetto all’analisi della società italiana. Il progetto è stato ideato però per rivivere tutti gli aspetti più significativi di quel periodo, la satira sociale e di costume, la moda, la musica, il cinema, la televisione. Ne è nato uno spettacolo insolito, colorato e irriverente, una partitura per voci, immagini, danza e canto dal vivo costruita sottolineando anche le contraddizioni di quegli anni, in bilico fra la ‘dolce vita’ e la malinconia e il disincanto, fra l’euforia del boom economico e la crisi individuale e di coscienza. Certamente emozionante e coinvolgente, è stato come sfogliare sul palco, con il pubblico, un album di famiglia che ci accomuna tutti.
Nel cast 4 ballerine e 10 attori. È difficile coordinare 13 persone sul palco?
Il montaggio dello spettacolo è stato laborioso proprio perché non si tratta di uno spettacolo di prosa in senso tradizionale. Il coordinamento di più linguaggi è certamente complesso, ma è anche lo stile di racconto che più mi corrisponde, avendo io una formazione attoriale e di regia legata alla danza e al teatro corporeo.
Sono previste altre date a Roma o in giro per l’Italia?
Il 2 luglio saremo a Pescara, proprio a chiusura dei festeggiamenti per il centenario della nascita di Flaiano, pescarese di nascita e romano di adozione. Cercheremo inoltre di riprendere lo spettacolo a Roma, durante la stagione invernale.
In questo spettacolo lei è regista, autrice e coreografa. Quale ruolo le appartiene di più?
Il teatro che mi piace praticare è un teatro visionario, in cui realtà e simboli si mescolano, i linguaggi convivono e si rafforzano reciprocamente, e la regia ne è l’aspetto fondamentale, perché è sintesi e visione, è il mio punto di vista e il mio modo di raccontare. Per quanto riguarda i testi non credo di potermi definire autrice perché i miei spettacoli sono tutti basati su opere di autori che io amo e a cui in qualche modo rendo omaggio in modo, credo e spero, originale. Sono invece certamente autrice per le coreografie, perché la danza fa parte del mio bagaglio professionale da sempre.
Cosa ha pensato quando le è arrivata la proposta di far parte del “Roma3Filmteatrofest 010”? Ne aveva mai sentito parlare prima?
Il ROMATREFILMFEST aveva già ospitato un mio spettacolo, nato da un lungo laboratorio riservato agli studenti DAMS. Ne coordinavo 45, fra autori, attori, costumisti e collaboratori musicali. Era un progetto che partiva dalla scrittura scenica per arrivare alla rappresentazione. L’autore di riferimento era Shakespeare e il racconto si basava sui personaggi femminili. Per diversi anni proprio al DAMS ho tenuto stages e laboratori di formazione professionale. Credo quindi che questo nuovo progetto sia stato accolto anche in base ai risultati precedenti, sempre legati all’idea di un teatro dinamico, incontro di idee e di linguaggi diversi.
Altri progetti in cantiere?
Sto già lavorando ad un nuovo spettacolo, stavolta in qualità di coreografa, che debutterà il 6 luglio al GLOBE THEATRE di Roma: ‘I 2 gentiluomini di Verona’ con Gianluca Guidi e Giampiero Ingrassia. Sarà un allestimento più classico, ma sempre affidato al movimento e alla musica, eseguita dal vivo e composta da Nicola Piovani. Poi a settembre ancora studio e ricerca per un nuovo progetto da realizzare nel 2011. Nel frattempo, come dicevo prima, la ripresa invernale di “Guardali, si credono noi”…speriamo non solo a Roma!
‘Guardali, si credono noi’– Regia di Paola Maffioletti
Con Ludovica Avetrani, Manuela Boni, Valentina D’Angelo, Alessandro De Feo, Claudia Ferrini, Emanuele Lucas, Alberto Lo Porto, Serena Lupo, Daniela Martani.
E con la partecipazione amichevole di Luca Biagini.
Danzano: Maria Luisa Esposito, Viviana Filippello, Francesca Formisano, Chiara Graziano.
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