“Vedi di non morire” di Josh Bazell

di / 1 marzo 2011

«Allora: mentre sto andando al lavoro, mi fermo a guardare un topo e un piccione che fanno a botte e un idiota mai visto prima cerca di rapinarmi. Ha una pistola, chiaro. Mi arriva alle spalle e me la pianta alla base del cranio. Fredda com’è, ha quasi un effetto piacevole, una sorta di digitopressione».

Inizia con questo incipit sferzante Vedi di non morire (titolo originale Beat the Reaper), romanzo d’esordio dello scrittore statunitense Josh Bazell. Scritto durante il praticantato in ospedale, questo libro fa propri e rigurgita in maniera originale due filoni tematici che, soprattutto negli ultimi tempi,  hanno dominato le fiction d’oltreoceano: il thriller di mafia e la sit-com ospedaliera. Ciò che ne vien fuori è una narrazione rapida e avvincente, cinica e ironica al punto giusto, a tratti ansiotizzante, divisa com’è tra resoconti di tragica comicità e descrizioni di natura medico-chirurgica, puntuali come un manuale di medicina generale.

Il protagonista di questa storia è Pietro Brwna, detto Orso, ex killer della mafia entrato a far parte del programma di protezione governativo, ora medico chirurgo in uno dei più importanti ospedali di New York, il Manhattan Catholic. Tutto sembra filare liscio per il giovane dottore fino a quando non si trova faccia a faccia con il proprio passato: ad aspettarlo in uno dei letti dell’ospedale, in attesa di essere operato per un tumore allo stomaco,  c’è Nicholas LoBrutto, alias Eddy Squillante, affiliato alla famiglia dei Locano, di cui faceva parte anche Orso, prima che ogni cosa finisse a puttane e si ritrovasse alle calcagna un’intera gang di mafiosi. Da questo momento in poi la sua vita e quella di Squillante sono legate ad uno stesso filo. Diventa esplicito, così, il significato del titolo scelto in italiano “Vedi di non morire”: se il paziente dovesse morire durante l’intervento i Locano verrebbero a sapere dove si nasconde il “traditore” e, allora, l’appuntamento tra Orso e la “Grande Mietitrice” sarebbe solo questione di ore; in caso contrario ogni cosa rimarrebbe al suo posto, assicurata da un patto d’onore tra dottore e paziente.

Attraverso  una narrazione pulp, che tramortisce senza alcuna pietà, e un uso consapevole di effetti speciali a dir poco cinematografici, Josh Bazell riesce a catapultare il lettore nelle disavventure tragicomiche del protagonista, senza mai annoiarlo o stancarlo. Il libro scorre pagina per pagina, ad una velocità da pellicola, riuscendo a mantere la giusta suspance e la necessaria dose di shock che si susseguono, una dopo l’altra, in un vortice di splatter e di grandguignolesche visioni. Una lettura particolare, adatta a tutti coloro i quali hanno amato i Tarantino e i Palahniuk degli inizi e che, delusi dal piattume degli ultimi tempi, sentono la necessità di raddoppiare la propria dose di adrenalina quotidiana.

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