“I traditori” di Giancarlo De Cataldo
di Elena Romanello / 17 marzo 2011
La stagione del Risorgimento, con tutte le sue luci e le sue ombre, rivive nel romanzo forse emblematico di questo inevitabile e discusso revival, I traditori, con cui Giancarlo de Cataldo ricostruisce una pagina che comunque la si pensi resta emblematica, partendo da fatti e personaggi anche non così noti ai più, e ricordando il coinvolgimento a livello internazionale, con Francia e Gran Bretagna in testa, che ebbe la causa del Risorgimento italiano, visto che l'azione non si svolge solo in Italia.
Simile negli intenti a Noi credevamo di Mario Martone, ma non identico nello svolgimento, I traditori mette in scena un gruppo di personaggi reali e ispirati alla realtà, uomini e donne, tra Italia disunita, Parigi, Londra, accomunati dal desiderio dell'Unità d'Italia, in preda a passioni lecite ed illecite, tra bassifondi e salotti, tra camorristi, pittori, cortigiane, dame e patriotti, in un intreccio che comunque lo si voglia vedere sa appassionare, tra mille sfumature ideologiche e politiche, tra monarchici e pasionari alla Giuseppe Mazzini, il grande sconfitto di quella stagione.
Certo, l'autore, così come anche Mario Martone al cinema, dà per scontate molte nozioni di base relative agli accadimenti storici, e in certi momenti, anche se la trama è avvincente, non è facile rimettere insieme le fila della Storia vera sullo sfondo delle storie individuali e seguire il filo della narrazione e degli eventi nei quali i protagonisti, i coprotagonisti e gli antagonisti rimangono coinvolti, in un arco di mezzo secolo.
Una cosa emerge dalle pagine de I traditori, il fatto che fossero tutti ragazzi e ragazze, gente giovane animata di voglia di fare e di cambiare, in controtendenza con una società come quella contemporanea in cui sembra che vinca la gerontocrazia: un fatto dovuto non solo alla vita media più corta nell'Ottocento rispetto ad oggi, ma a che, malgrado tutti i limiti e i problemi che ci furono, la causa dell'Unità d'Italia fu sentita e seppe infiammare gli animi di una generazione.
Il tutto viene restituito comunque senza retorica, gli eroi di De Cataldo hanno a tratti persino più debolezze che cuore forte, e ci sono fra le righe tutti i futuri problemi dell'Italia unita, non ultimo lo strapotere della criminalità organizzata, croce ancora della società contemporanea, i cui semi vennero gettati proprio in quella stagione.
Un libro interessante per capire senza fronzoli una pagina di storia comunque importante, non solo per l'Italia ma per equilibri che si sono protratti in Europa e nel mondo fino ad oggi, per rivivere un'epopea che occorre comunque conoscere, attraverso le azioni di personaggi che riescono a rimanere nell'immaginario, dalle eroine Violet Cosgrave, discendente di corsari e pronta ad appoggiare quei ragazzi che la fanno sognare, e La Striga, ragazza vittima dell'ignoranza che saprà conquistare un suo spazio, ai patrioti Lorenzo di Vallelaura e Mario Tozzi, emblema dei tanti ragazzi che, anche sbagliando, anche non essendo sempre eroi, credettero comunque in un ideale.
Per riscoprire una parte d'Italia e capire che cosa è stato comunque il Risorgimento.
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