Il giorno del referendum

di / 13 giugno 2011

Da leggere ascoltando: 

http://www.youtube.com/watch?v=m4kRciR7Eo4&feature=related

«…No ascolta, lo studio per oggi lo blocchiamo… Ho capito, lo so che ci sono gli esami, però per oggi lo studio lo blocchiamo.. No, non sono ancora andato a votare e non so neanche quando lo farò, però… Ascolta… Ma fammi parlare un attimo: facciamo un film, un piccolo cortometraggio sul referendum. Non so, possiamo chiamarlo “Referendum del 12 e 13 giugno”. Anzi no, lo chiamiamo “Il giorno del Referendum del 12 e 13 giugno”! Ma non lo so.. Hai letto “la Repubblica” oggi? Oggi c’è questo articolo su “la Repubblica” molto bello che dice “…ma questi giovani che guardano il Grande Fratello e poi manifestano all’Euro Pride con Lady Gaga e nel frattempo mandano sms senza neanche guardare la tastiera e fanno un salto su Facebook e condividono video pro-referendum…”, che poi non ci sono neanche più le tastiere ai telefoni… Lo so, lo so. Ecco, ce ne andiamo di fronte, che ne so, alla mia vecchia scuola, fermiamo i giovani e gli diciamo: giovane, tu guardi il Grande Fratello? Vai all’Euro Pride con Lady Gaga? Nel frattempo facciamo delle riprese… No, no, va fatto…

Ah senti, serve una Vespa però… Sì vorrei iniziare facendo un piano sequenza con la mia Vespa, magari mettiamo sotto della musica… Ma che c’entra Moretti? Adesso non è che se uno, ogni cosa, Moretti. No, no. Va bene, va bene. Facciamo in fretta, vi aspetto, sono qua.»

Oggi in Italia si tiene il Referendum che riguarda il legittimo impedimento, la privatizzazione dell’acqua prevista dal decreto Ronchi ed il ritorno all’energia nucleare. Vota Sì chi vuole dire No. Vota No chi vuole dire Sì.

Stamattina avevo appuntamento con dei coetanei per studiare e preparare al meglio gli esami, in vista della sessione estiva per la nostra laurea triennale, e, invece, ho deciso di fare alcune telefonate dalla mia rubrica e fare una ricognizione del mio quartiere, prima del voto.

Il mio quartiere sta a Sud di Roma e comprende: una gloriosa via dove da giovanotto trascorrevo le giornate a passeggiare, inseguendo belle signorine e dove ora ci sono solo banche; un centro commerciale.. due centri commerciali; il famoso luna park ormai pieno di ragnatele; uffici; il laghetto ed un nuovo, immenso, cantiere per la tangenziale, che, una volta terminato, oltre ad aver distrutto quel poco di verde che ci è rimasto, potrà portarci da un posto di merda a un altro posto di merda, non senza qualche minuto di traffico, e, infine, una volta arrivati, chiederci: nel mio quartiere: si vota? Il quorum: lo raggiungiamo? Ma soprattutto, io: riuscirò ad essere il “+1”?

«…No ma “l’Unità” esagera sempre, Concita dice che siamo appesi ad un filo, che dobbiamo curare il fiore appena nato, ma quale fiore? Qua abbiamo a malapena trovato il vaso… D’altra parte però, il “Corriere della Sera”: “l’esito si gioca sulla partecipazione”. Io voglio partecipare, ho sempre partecipato, anzi voglio proprio essere fondamentale. No, guarda.. Ho deciso che aspetterò fino all’ultimo, così sarò il “+1”. Sì, sì ho deciso.

Io non ho mai perso un’elezione, da quando è arrivata la scheda la conservo lì nel cassetto della cucina.

Ma tu dove sei? Ah, al mare. Ho capito… No, no, sì certo. Però vai a votare. Prima vai, meglio è.

Sì lo so. No mi sto prendendo un altro latte macchiato.. Non lo digerisco neanche.»

«Pronto? Pronto? Ma senti che vento, tu stai al mare! Ma hai votato? Ancora no… Neanche tu. Ma volete tutti essere gli ultimi? Sì, sto andando alla mia vecchia scuola, sì la scuola elementare. Eh sì, sì. No abbiamo pensato, facciamo un po’ di riprese, facciamo domande. Eh sì, sto andando ora. Va bene, mi racc… eh?!? No, è che non ti sento… Non ti sento!!! No, non ti sento più, se mi senti: ciao, vai a votare. Ciao, ciao!»

«Ciao, vai a votare? Ah sei scrutatore! Come vanno le operazioni di voto?!? Ma senti, ma secondo te riuscirò ad essere il “+1”?»

«Tu sei di sinistra vero? È chiaro, no? O sei di sinistra o sei… non lo so, cosa puoi essere, un leghista medievista? No, perché il sandalo potrebbe essere in qualche modo un po’ nordico!»

«Signore, andate a votare? Brave, brave».

Sono solo, solo di fronte alla scelta, come sempre. Avete letto tutti quanti Sartre qua sì? Sì. Come finiscono i personaggi di Sarte? Malissimo.

«Ciao, vai a votare? Oddio! Lei vota “No”, le ho chiesto se va a votare, è scappata dentro!»

Oggi è un caso di coscienza isolata. Voglio sentirmi fondamentale. Non è megalomania, è che me lo merito. 

«Pronto? Ciao. E lo sapevo! Eh sì dai, devi andare, devi andare. Dai ti accompagno io, ci vediamo e ti accompagno.

Che ore sono? Che ore sono?»

«Basta. Vado a votare, ho deciso. È inutile la storia del +1… No, non vado dai. Aspetto ancora un po’, c’è tempo.

Non posso votare, non c’è la mia sezione! L’hanno tolta. Non c’è più… Ah, no eccola… Sì, sono dentro ma non trovavo il seggio. Aspettiamo ancora un po’ – ciao ragazzi come va? Avete bisogno, non so… di acqua? – No parlavo con gli scrutinatori, mi senti? Dai aspetto ancora un po’».

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