“Cosa piove dal cielo?” di Sebastián Borensztein

di / 11 aprile 2012

Da poco uscito anche nelle sale italiane, Cosa piove dal cielo? (titolo originale Un cuento chino), è il film diretto dal regista argentino Sebastián Borensztein. La parte del protagonista è affidata a Ricardo Darín: l’attore principale del film premio Oscar 2010, Il segreto dei suoi occhi.

Il cinema argentino in generale sta avendo ampi riconoscimenti anche in Italia, come dimostra il fatto che Cosa piove dal cielo? ha vinto il Premio della Giuria Marc’Aurelio per il miglior film all’ultimo Festival di Roma. Un premio senza dubbio meritato perché si tratta di una commedia molto piacevole, delicata e che parla di temi universali come la morte, l’amore e la guerra senza però scadere mai nella banalità e in più usando un linguaggio narrativo originale.

Il film è quasi interamente ambientato a Buenos Aires, ma la primissima sequenza si svolge altrove, dall’altra parte del mondo, in Cina. Un idillio amoroso sta per essere interrotto per sempre e in maniera drammatica da un fenomeno che ha quasi del soprannaturale, una mucca precipita dal cielo. Una prima scelta narrativa che vuole suggerire qualcosa allo spettatore, una sorta di avviso, un richiamo da tenere a mente per il resto della proiezione, fino a che tutto non sarà spiegato. Subito dopo, infatti, con un vero e proprio capovolgimento di prospettiva della macchina da presa siamo catapultati in una nuova dimensione e, dimenticando quello che abbiamo appena visto, piombiamo nella vita del nostro protagonista, Roberto, un uomo di mezza età che gestisce da solo un piccolo negozio di ferramenta al quale è annessa anche la sua abitazione: la tipica persona “casa e bottega”. Le giornate di Roberto si svolgono in maniera monotona e sono programmate dall’inizio alla fine con una meticolosità che ha quasi del maniacale, lasciando poco o nessuno spazio alle emozioni. Queste ultime sono custodite gelosamente, come reliquie e come i piccoli animali di vetro che lui stesso colleziona in una teca, accanto alla foto venerata di una madre mai conosciuta.

Ma un bel giorno qualcosa di nuovo accade, questo equilibrio di forme inerti si rompe, il museo di vetro va in frantumi. Una nuova storia prende il via: nella quotidianità del protagonista piomba Jun, un giovane ragazzo cinese, appena arrivato in città, completamente solo e spaesato. Roberto si offre di aiutarlo. Così, un po’ per caso, un po’ per necessità, inizia una strana e difficile convivenza, resa ancor più complicata dal problema della lingua. Quest’avventura porterà i due personaggi a trovare ciò che stanno cercando o che non sanno ancora di cercare, e a sciogliere finalmente alcuni nodi della loro esistenza.

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