“Seminario sui luoghi comuni” di Francesco Pacifico
di Sergio Baiocchi / 18 ottobre 2012
Il primo “comandamento” del Manuale del perfetto scrittore di racconti di Horacio Quiroga dice più o meno così: «Credi nel maestro – Poe, Maupassant, Kipling, Čechov – come in Dio stesso». Francesco Pacifico sembra aver preso alla lettera Quiroga rendendo pubblico il suo personale Olimpo di scrittori nel volumetto Seminario sui luoghi comuni – Imparare a scrivere (e a leggere) con i classici, edito da minimum fax. Ma Pacifico fa anche di più: per ogni nome dell’elenco riporta, dopo averlo introdotto brillantemente, un passo dell’autore scelto. Va dunque oltre l’atto di fede, dando prova tangibile della “divinità” stessa, nel tentativo di avvicinarsi il più possibile a essa.
«Sono almeno dieci anni che ricopio pagine di romanzi che amo. Riscrivendole, mi passano per un attimo nelle punte delle dita […]. Le dita possono incominciare a indispettirsi se ritorni alle tue frasi abborracciate. Qualcosa viene trattenuto, e continuando a rubare dai classici ricopiando belle pagine magari la tua scrittura migliora».
Una pratica interessante quella di Pacifico, tanto da essere diventata, due anni fa circa, una rubrica su minima & moralia, il blog di minimum fax: lo scrittore, nel proporre i passi di grandi autori, sfidava il pubblico di lettori a riscrivere la propria versione «sostituendo, stravolgendo, rubando ai ricchi per dare ai poveri», cioè a tutti coloro i quali si trovano di fronte a queste “divinità”.
L’esperimento fallì, ma lo sforzo di Pacifico non è andato perduto visto che alcuni di quei passi sono stati inclusi tra i trentasette che compongono questa sorta di manuale di scrittura creativa. Da Gogol’ e il meraviglioso incipit di “Prospettiva Nevskij”, a Don DeLillo e la sua capacità di «mostrare il potere di astrazione del modello di vita occidentale», da Albert Camus e la calma presente nella sintassi de Lo straniero, a Mario Soldati e la sua abilità nel creare incastri narrativi. Passando per Gadda, Bolaño, Musil, Roth, Tolstoj e Kafka.
Con Seminario sui luoghi comuni, Francesco Pacifico quasi punta il dito per indicarci la strada, per mostrarci che la vera sostanza dell’arte scrittoria è potenzialmente davanti ai nostri occhi, quotidianamente. Occorre tenacia ed esercizio: riscrivere, scomporre e studiare fino alla stanchezza i passi degli autori maggiori, scelti come numi tutelari perché, in fondo, «un classico è un libro che non smette mai di lasciarsi saccheggiare».
(Francesco Pacifico, Seminario sui luoghi comuni, minimum fax, 2012, pp. 240, euro 10)
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