“Dimmi che c’entra l’uovo” di Fabio Napoli
di Debora Duranti / 16 novembre 2012
Dimmi che c’entra l’uovo (Del Vecchio, 2012) è il titolo del primo romanzo di Fabio Napoli, ventiseienne romano, che vive ad Acilia insieme alla sua famiglia. Un libro scorrevole, che racconta le vicende di un ragazzo, laureato e precario, in cui ognuno di noi potrebbe rivedersi.
In sella alla sua bici il protagonista, Roberto Milano si destreggia all’interno del traffico romano, dividendosi tra una serie di lavori. Stacca dal bar di Mario, nel quale lavora con un contratto a scadenza, corre verso la pizzeria per la quale fa il pony express, dà ripetizioni a un ragazzino di nome Matteo, che ha solo una vaga voglia di studiare, e successivamente corre sul set dell’ultimo film porno di uno sconosciuto regista. Durante i suoi spostamenti frenetici è assillato dalle telefonate di sua madre, preoccupata per la sua salute (è affetto da psoriasi) e che continuamente gli chiede quando andrà a trovarla. «Presto», risponde continuamente lui, sempre impegnato a giostrare i suoi mille lavori. Anche delle ragazze si dimentica. Non ha tempo per i sentimenti.
Poi arriva una speranza per Roberto. Un colloquio in un fast food, che diventa un vero e proprio miraggio. L’illusione di ottenere finalmente un posto di lavoro che gli dia la possibilità di pagarsi l’affitto di una stanza a Roma e mantenersi svanisce con la fatidica domanda del test psicoattitudinale: la domanda sull’uovo.
Al colloquio incontra Marianna, ragazza giovane, allegra e spensierata, con la quale stringe subito amicizia e assieme alla quale progetta un nuovo metodo per fare “soldi facili”: una rapina in un bar. Nasce così la Banda dei Precari, che presto finisce nelle prime pagine della cronaca dei giornali romani. Il sodalizio con Marianna si stringe, lei è coinvolgente, ma a separarli c’è ancora l’ombra del suo ex ragazzo, nonché attuale coinquilino di lei e membro della Banda.
I progetti, dopo il primo colpo si ampliano. L’idea di fare soldi facili li entusiasma. Anche perché tra il fare i soldi in questo modo e avere un lavoro che oggi c’è, domani forse no, non fa tanta differenza. Ma il destino che li attende riserverà ai nostri protagonisti tante sorprese, spesso tragiche, dopo le quali nulla sarà più lo stesso.
Scrittura semplice e asciutta, descrizioni degli ambienti più giovanili della capitale, Fabio Napoli con la sua opera prima è stato segnalato tra i finalisti del premio Calvino. Storie di vita quotidiana, che raccontano con una punta di leggerezza e ironia la precarietà odierna che coinvolge i giovani e meno giovani italiani. Propone soluzioni agrodolci, per un futuro che oggi è più che mai incerto.
(Fabio Napoli, Dimmi che c’entra l’uovo, Del Vecchio Editore, 2012, pp. 168, euro 14)
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