“Intrigo internazionale” di Fabio Cleto
di Francesco Vannutelli / 26 marzo 2013
Il Saggiatore recupera la sua storica collana Le Silerchie, nata nel 1958 per volontà di Alberto Mondadori per ospitare romanzi, saggi e altre opere di particolare interesse letterario. Il primo titolo della collana fu Lettera sul matrimonio, di Thomas Mann.
Oggi, Le Silerchie tornano con Intrigo internazionale. Pop, chic, spie degli anni Sessanta (Il Saggiatore, 2013), di Fabio Cleto, celebrazione critica dell’estetica degli swinging sixties e dei fenomeni e momenti che animarono la cultura, anche undergorund, tra Londra e New York.
È il 1964. Partendo da Goldfinger, prima avventura americana dell’agente 007, ambientata tra il Kentucky e la Florida e imperniata su un attentato al cuore d’oro degli Stati Uniti, Fort Knox, e dall’esplosione della Bond-mania oltreoceano, Cleto compie una carrellata sull’immaginario erotico collettivo che si evolve in parallelo alla rivoluzione sessuale del decennio. Il corpo nudo e dorato di Shirley Eaton uccisa da Goldfinger nel film esplode sulle copertine delle riviste patinate, mentre la Pussy Galore di Honor Blackman diventa il simbolo di un nuovo modo di intendere la donna, forte e autonoma all’apparenza, ma intimamente pronta a sottomettersi al volere dell’uomo. Sono l’emblema di una nuova sessualità, libera dal gioco dei ruoli e dal comune senso morale. L’uomo diventa anch’esso oggetto di desiderio sessuale al cinema e sulle riviste per ragazzine. L’agente James Bond, simbolo di un essere uomo elitario e vincente, viene replicato in serie nei film, in forme nuove di imitazione e parodia. È l’esaltazione della spia capace di violare i tabù passando da una donna all’altra e uccidendo i nemici anche a sangue freddo ma che riesce sempre a conquistare con la sua ironia e fascino.
Affianco all’affermazione della spia britannica si delinea una nuova figura, ambigua e eccessiva: miss Camp, che parte dal concetto di camp come eccesso e abuso volontario del kitsch nelle rappresentazioni artistiche e nel quotidiano, dal vestiario all’arredamento. Punto di partenza è la disamina critica del concetto di camp operata da Susan Sontag in un saggio comparso sulla Partisan Review nel 1964. Era la prima volta che un fenomeno popolare riceveva il riconoscimento di una trattazione intellettuale. Il saggio della Sontag darà via a nuove riflessioni in materia e ad uno sviluppo rigoglioso del fenomeno che si combinerà con le avanguardie artistiche della Factory di Andy Warhol e con il mondo omosessuale e la sua letteratura e rappresentazione su cui si concentra la terza parte del saggio.
Corredato da un imponente apparato fotografico che alterna locandine di film, copertine di libri e riviste d’epoca a ritratti dei protagonisti di quegli anni (Warhol, Sean Connery, Lou Reed, Dennis Hopper, Twiggy e molti altri), Intrigo internazionale è una compiuta e interessante analisi dei fenomeni meno evidenti della cultura e del mondo anglosassone degli anni Sessanta che concilia il pop con l’alternativo, il mondo eterosessuale con la cultura gay che si andava delineando nei nuovi spazi dell’arte. Fabio Cleto, docente universitario a Bergamo e grande conoscitore della cultura camp e queer, a cui si era già dedicato in opere precedenti (su tutte, i due volumi di Pop camp pubblicati nel 2008 da marcos y marcos di cui è stato curatore), ha il pregio di unire la compiutezza di un lavoro accademico documentato e rigoroso con una leggerezza espositiva che ben si sposa con la colorata freschezza della materia trattata.
(Fabio Cleto, Intrigo internazionale. Pop, chic, spie degli anni Sessanta, Il Saggiatore, 2013, pp. 160, euro 13)
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