“Raudo” dei Gazebo Penguins
di Mattia Pianezzi / 20 maggio 2013
Ogni mattina per arrivare in facoltà prendo la metropolitana e poi l’autobus. Ci metto tra i venti minuti e la mezz’ora, a seconda di quella grande incognita che è l’Atac Roma. Da un po’ di giorni la mattina ascolto i 26 minuti e 24 secondi di Raudo dei Gazebo Penguins. E se arrivo prima cammino più lentamente, e se arrivo dopo mi ascolto un’altra volta quel pezzo che a questo giro mi è piaciuto di più. In genere adoro i dischi che posso mettere in play e lasciar scorrere perché durano tanto quanto mi serve. Ma questo non è l’unico motivo per cui dovreste dare almeno un ascolto a Raudo.
Poi, cosa volete che c’entri la mezz’ora della mia metropolitana con la mezz’ora del nuovo dei Gazebo Penguins? Il fatto è che è lo stesso campo da gioco, quello della quotidianità, un percorso che gli emiliani seguono dal loro precedente disco in italiano, Legna, sempre per To Lose La Track del 2011, una bomba nel panorama underground che ha portato i Gazebo Penguins a consolidarsi una folta schiera di ascoltatori che li seguono quando e dove possibile ai loro concerti. La dimensione live è preminente nella musica del gruppo di Correggio («come Ligabue» dicono loro): ascoltando alcuni dei pezzi di Raudo te lo chiedi come saranno dal vivo, ma te lo chiedi per poco perché la risposta la sai già. Saranno pezzoni.
Il disco è un conglomerato di post punk rapido e divertente, dai testi che definirei contemporanei e quotidiani: prese di coscienza, ricordi nostalgici, scelte, calendari, traslochi e caffè che finiscono.
“È finito il caffè”, singolo che apre il disco, è un’epifania solitaria davanti a un’inezia, appunto a colazione; “Mio nonno” è una furia hardcore di un paio di minuti su una Resistenza continua, la resistenza di chi ha vinto ma non ha mai vinto; “Piuttosto bene”, l’ultimo pezzo, è una traccia atipica ma una chiusa perfetta.
La differenza che potrebbe sentirsi – e lo indicano anche i Gazebo Penguins stessi nel loro comunicato – dal precedente Legna è solo che mentre prima avevano registrato i pezzi che già avevano composto, per Raudo si sono trovati in marzo per inventarsi e registrare dieci pezzi tutti nuovi. E Legna era un gran disco, quindi fate i dovuti conti.
Se proprio volete un’ulteriore motivazione, anche deprecabile, è che è tutto gratis: sul bandcamp del gruppo il disco è in free download, come tutti i loro dischi, se poi vi piace lo comprate. O, se volete provarli dal vivo, il 26 maggio saranno a Pisa e il 31 a Genova.
(Gazebo Penguins, Raudo, To Lose La Track, 2013)
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