“Ancora viva” di Carlene Thompson
di Martina Fiore / 10 luglio 2013
Carlene Thompson torna in libreria per i tipi di marcos y marcos con Ancora viva, un thriller in cui l’autrice trasforma l’evento tragico della morte in un punto di partenza per una sottile e discreta indagine sulle tendenze comportamentali dell’essere umano.
Giunta improvvisamente la notizia della morte di sua madre Vivian, Chyna Greer rientra a Black Willow, nel West Virginia, dopo anni, e non ha la più pallida idea di quello che la aspetta. O forse sì?
La scena si apre sullo sfondo del lago Manicora dove dodici anni prima era scomparsa Zoey Simms, migliore amica di Chyna. Identico a se stesso nella forma, il luogo chiave dell’adolescenza della protagonista appare, nella sua parte più suggestiva, logorato dal tempo.
Il gazebo «squallido, trasandato, nefasto» sembratrasmettere, ora più che mai, l’ansia di un passato incombente interposto, come un’ombra, fra una superficie statica di eventi immutabili e la luce di un futuro a cui viene impedisce di manifestarsi.
Chyna era partita per il college a un anno dalla misteriosa scomparsa di Zoey di cui tutti l’avevano incolpata. La piccola Black Willow viveva, infatti, di pettegolezzi che avevano alimentato un’aura di mistero e di sospetti attorno alla sua figura. Da sempre si diceva che Chyna avesse delle percezioni extrasensoriali, dei poteri paranormali e, prescindendo dalla veridicità della cosa, questo era l’unico e inscindibile nesso col suo nome a Black Willow. Il fatto che ora studiava per diventare un medico, ad esempio, importava poco o nulla.
La sparizione di Zoey tormentava la vita di Chyna Greer da sempre ma, prima della morte di sua madre, aveva smesso di pensare a quanto potesse essere ancora radicata nei suoi concittadini la convinzione che lei fosse l’unica responsabile. Non poteva sapere che, oltre alla scomparsa di Zoey, le imputavano anche tutto il resto; anzi, Chiyna non era nemmeno a conoscenza di tutto il resto.
La trama si fonda dunque sulla misteriosa scomparsa di cinque ragazze, che attiva i meccanismi di un thriller inquietante e di un sapiente gioco di pensieri, incastrati nella provocatoria dinamica di risoluzione del mistero. I dubbi e le allusioni si insinuano fin dai primi capitoli ma la storia si anima quando la fermezza dei personaggi chiave inizia a vacillare.
A riguardo, infatti, è particolarmente significativo l’incontro d’apertura fra Chyna Greer e Scott Kendrick. Primo e forse suo unico grande amore, Scott rappresenta solo uno dei tanti interrogativi estremi del romanzo. D’altronde anche lui non è che trasposizione fisica di un passato troppo ingombrante e di un futuro troppo definito. Dagli altri.
Non si pensi di rimanere indifferenti alla trama classificandola come irreale. Non lo è affatto. Chi non si è mai trovato a dover combattere con le voci degli altri, dando loro più importanza di quanta realmente ne abbiano? Chi di noi può dirsi totalmente svincolato da un evento del passato o dal pensiero di una persona che, più di altre, permane nella nostra testa, saltando fuori nei momenti meno opportuni? Non si tratta di scheletri nell’armadio e verità nascoste, si tratta di problematiche comportamentali che non dipendono mai unicamente da una sola persona, ma dal nostro essere quotidianamente immersi nell’esperienza dell’altro, sia questo un bene o un male.
(Carlene Thompson, Ancora viva, trad. di Silvia Viganò, marcos y marcos, 2013, pp. 448, euro 14,50)
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