“La verità sul caso Harry Quebert” di Joël Dicker
di Alessio Belli / 2 ottobre 2013
Scrivo questo articolo dopo aver letteralmente divorato le pagine del libro in questione:La verità sul caso Harry Quebert (Bompiani, 2013). C’è ancora quel misto d’euforia e dispiacere. Euforia per l’immersione totale, mentre la delusione è dovuta all’immancabile conclusione della lettura. Tuttavia, andando oltre le personali emozioni che credo abbiano accomunato il sottoscritto a tutti gli altri lettori del romanzo, cerchiamo di essere analitici spiegando che cosa faccia di La verità sul caso Harry Quebert un’opera meritevole.
Uscita in pieno clima vacanziero, la seconda opera del giovane Joël Dicker potrebbe passare come uno dei tanti titoli gettati in pasto al lettore affamato di intrattenimento sotto l’ombrellone. Il romanzo potrebbe essere catalogato come perfetto best-seller stagionale, ben confezionato, destinato alla dimenticanza una volta finito. E poi altro giro, altro libro. Sia chiaro: La verità sul caso Harry Quebert è perfetto nel rapire e nell’intrattenere ogni tipo di lettore, ma è molto, parecchio, di più.
È una narrazione intensa e drammatica, in cui il giallo e la storia d’amore si fondono fino a mischiarsi, cambiando continuamente le carte in tavola e le emozioni di chi legge.
La trama: nella primavera del 2008, lo scrittore newyorkese Marcus Goldman è in crisi. L’immenso successo dell’esordio è scemato. Non riesce più a scrivere nulla. È in depressione nera e una scomoda clausola contrattuale può portarlo alla bancarotta e togliergli tutto. Poi l’evento: il suo mentore, Harry Quebert, uno dei più famosi scrittori viventi grazie al capolavoro Le origini del male, viene accusato dell’omicidio della quindicenne Nola Kellergan. La ragazza era scomparsa nel 1975, senza lasciare traccia. L’unica testimone era stata trovata uccisa. Tutto tace fino al 2008, quando i resti della giovane vittima vengono trovati nel giardino di Quebert, nel New Hampshire. Marcus Goldman, nonostante i problemi pronti a persuaderlo da una scelta del genere, decide di andare ad aiutare il suo mentore. Ne nascerà il suo secondo romanzo. Tuttavia, il prezzo della scoperta della verità sul suo maestro sarà altissimo.
Se il plot thriller intessuto da Dicker garantisce fin da subito una presa immediata, il cuore pulsante dell’opera è l’intensa e straziante storia d’amore tra il trentenne Quebert e l’adolescente Nola. L’autore ha il dono di una scrittura distesa e appassionante. Vuole dirci tutto della vicenda e degli oscuri e misteriosi personaggi che la muovano, e lo fa in quasi 800 pagine, senza mai scadere nel superfluo. Più si va avanti e più si nota che se Marcus Goldman – nonostante le sue tante macchie – è la luce intenta a trovare la verità, Harry Quebert è la complessità delle tenebre. Ma chi fa veramente breccia è Nola. Nel corso della narrazione, la segretaria di Goldman dirà: «Marcus, durante la lettura delle pagine su Nola mi sono messa a piangere. Credo di essermi innamorata di lei».
Caro lettore, molto probabilmente succederà lo stesso anche a te. Fino a che non arriverai alla verità su Harry Quebert. Fino a che non arriverai a scoprire Le origini del male.
(Joël Dicker, La verità sul caso Harry Quebert, trad. di Vincenzo Vega, Bompiani, 2013, pp. 779, euro 19,50)
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