[RockNotes] Le uscite di ottobre

di / 11 ottobre 2013

Pixies, EP1 (Autoprodotto)

Pitchfork non è andato per il sottile: voto 1. E gli altri pesi massimi della critica non è che si siano discostati tanto da quella valutazione, massacrando istantaneamente l’ep che segna il ritorno di una delle band più influenti e importanti degli ultimi tre decenni. Dopo anni di silenzio e la dipartita di Kim Deal (come se dai Beatles fosse andato via McCartney), i Pixies hanno annunciato una serie di ep pronti a uscire a breve distanza tra di loro. L’inizio non è dei migliori, ma sicuramente nemmeno tale massacro sembra legittimo. Visti i rocker chiamati in causa, una seconda opportunità è d’obbligo.

Anna Calvi, One Breath (Domino, 2013)

Anna Calvi è tornata. Serve aggiungere altro?

Mark Lanegan, Imitations (Vagrant Records, 2013)

Qualcuno fermi Mark Lanegan. In senso buono, ovvio. Tornato ad altissimi livelli con il capolavoro Blues Funeral, Mr. Lanegan ha pubblicato nel 2012 l’ep Dark Mark Does Christmas, e poco tempo fa un album semi-acustico in coppia con il talentuoso chitarrista Duke Garwood, Black Pudding. Ora tocca a Imitations, ovvero una spiazzante serie di cover di Sinatra – padre e figlia –, Cale, Cave e Chelsea Wolfe. Gradevole ma forse non proprio necessario.

Bill Callahan, Dream River (Drag City, 2013)

Dopo il celebre progetto Smog terminato nel 2005, Callahan si dà al suo progetto solista, arrivato con Dream River al quinto lp. Dal lo-fi degli anni Novanta si arriva a un cantautorato fumoso, la voce di Callahan accompagna una produzione perfetta dagli arrangiamenti folk e jazz in un viaggio quasi pastorale. Tra i brani l'apice è la penultima “Seagull”, che sfuma nella lamentosa “Winter Road” per chiudere l'album. Un disco onesto e piacevole, al di fuori dell'onnipresente (ahinoi) meccanismo dell'hype dell'industria musicale.

Travis, Where You Stand (Red Telephone Box, 2013)

Prima dei Coldplay c’erano loro. Prima che più o meno dichiarate – e ignobili – cover pop band dei primi Radiohead invadessero il mercato e le radio mondiali, c’erano loro: i Travis. Molti se li ricorderanno nel loro periodo d’oro, quando anche in Italia pezzi come “Sing” erano un tormentone. Dopo un lungo periodo di scelte poco fortunate, i Travis tornano con When You Stand: ritornelli e melodie che non faranno la storia, ma almeno ci fanno canticchiare con gusto.

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