“Antonia” di Mirella Ioly

di / 22 ottobre 2013

«L’unico tempo che possiamo dire nostro è il tempo delle nostre storie». Esordisce così Antonia, romanzo d’esordio della scrittrice italiana d’origine e canadese d’adozione Mirella Ioly (Hacca, 2013); un testo che rimanda alle saghe familiari di cui sono maestri indiscussi molti scrittori sudamericani (c’è molto di Isabella Allende ma anche rimandi al realismo magico di García Marquez), oltre a possedere aspetti peculiari del romanzo storico e psicologico.

Antonia Luco è un’affermata scrittrice cilena nata a Coquimbo che gli eventi tragici della vita indurranno a emigrare in Canada. Nel romanzo scritto completamente in prima persona, la protagonista ci narra la sua travagliata esistenza in continuo movimento dal 1954 al 2012, con salti temporali e flashback che stuzzicano la curiosità, invogliando alla lettura. Un romanzo oceanico, come si legge a ragione nella sinossi, ricco di personaggi – parenti, amici, amanti e persino uno psicologo che l’ha in cura – tutti ben definiti, concreti e completi, ognuno con la sua storia che vive di vita propria, sebbene sia inevitabilmente intrecciata a quella della protagonista. Vi è poi un ulteriore grande personaggio: la Storia, determinata dai grandi fatti avvenuti in Cile, in primis il golpe di Pinochet accaduto l’11 settembre 1973 (data meno nota ai libri di scuola rispetto all’11 settembre statunitense, come accuserà ironicamente Antonia), il caso Allende, le cause e conseguenze socio-politiche che apportarono questi tragici eventi.

Sin dagli esordi si capisce che la numerosa e complessa famiglia di Antonia (di valido aiuto l’albero genealogico configurato nelle prime pagine) è di tipo matriarcale, dove le figure femminili, su tutte la madre Enriqua e la zia Inocenta, prendono spesso il ruolo del marito, reggendo egregiamente tutto il peso della casa. I maschi, dunque, sono quasi tutti personaggi deboli, privi di spina dorsale, fatta eccezione del fratello Carlos, attivista convinto che si schiera contro la politica del paese, e pertanto costretto a lasciare il Cile. José Antonio, il padre di Antonia, non è in grado di assumersi responsabilità ed è, per intenderci, il classico uomo che invece di pensare a come mantenere la famiglia in modo concreto si perde in fantasticherie e illusioni (su tutte, la ricerca continua del famigerato tesoro del capitano Francis Drake); poi c’è il fratello emigrato in Australia, José Manuel, un ipocrita che si è totalmente distaccato dalle sue radici e che aiuta a fatica gli altri fratelli. E che dire del primo marito di Antonia, Ricardo, artista pieno di sé, capriccioso e coinvolto nel movimento politico ma che dopo il golpe si rinchiuderà in un’amara disillusione fino a morire dentro, divenendo una figura completamente passiva, mantenuto fino alla morte dalla moglie stessa.

Il momento di rottura che simboleggia il passaggio dalla giovinezza entusiasta di Antonia alla disillusione e al distacco con la propria terra natia sarà proprio il golpe stesso: nonostante il trauma e l’emigrazione forzata, a Ottawa Antonia riesce a ricostruirsi una vita più che dignitosa come docente di spagnolo e come scrittrice.

Nel gelido paesaggio canadese, diametralmente opposto a quello cileno, la donna cresce la sua bambina Manuela e trova, inaspettato, l’amore per l’uomo (forse l’unico in grado di reggere a pieno questo appellativo) che diventerà il compagno della sua vita matura. E nelle ultime fasi della sua esistenza travagliata, quando soffrirà di ansie e paranoie che sfoceranno in un grave problema con l’alcol, Antonia ritroverà un po’ di pace grazie alle preziose sedute con il dottor Ray, psicologo in auge che cercherà di condurla al cuore del problema, facendole ripercorrere tutti gli episodi salienti della sua esistenza.

Il finale, poi, lascia spiazzati, tutto da leggere.

Una lettura, dunque, consigliatissima, in cui la Ioly riesce a coniugare mirabilmente la scorrevolezza di un testo piacevole e fruibile con il piglio più impegnativo del romanzo storico-politico.

Ultima nota positiva, la copertina creata per Hacca da Maurizio Ceccato: vedere per credere.

(Mirella Ioly, Antonia, Hacca, 2013, pp. 352, euro 14)

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