Nutrimenti: libri come generi di prima necessità

di / 6 novembre 2013

Mettere in piedi un progetto quando un intero sistema si sbriciola sulle ginocchia può sembrare difficile, oltre che inopportuno. Magari anche di pessimo auspicio. Eppure a volte procedere è l’azzardo migliore.

Ai fondatori dell’avventura editoriale su cui ci piace restare impigliati per il mese di novembre è capitato di interrogarsi. Di chiedersi se fosse il caso, a un pugno di giorni dall’11 settembre 2001, quando nessun paio d’occhi si salvò dalla polvere anche al di qua dello schermo, di lanciare il loro primo libro.

Ci fu esitazione, forse in pancia bolliva un po’ di paura e la voglia pulsante di procrastinare, ma poi si è deciso di non fermarsi, perché «anche in anni difficili e duri i libri restano una guida preziosa, uno strumento per conoscere e capire». Perché il nuovo va somministrato, come la sola medicina possibile.

E a distanza di dodici anni, a Roma, nella sede di via Marco Aurelio, vive la conferma che avevano ragione. Una conferma chiamata Nutrimenti.

Nome che non piove immotivato, poiché la cultura non è un dono superfluo, un accessorio luminoso, ma appunto, un ele/alimento irrinunciabile. Un cibo di alta qualità, per tutti i lettori che vogliano affidarsi a un marchio attento, creativo e raffinato.

A capo della “brigata”, Ada Carpi de Resmini, amministratore unico e art director, con un brillante passato nella divisione pubblicità Mondadori e nelle maggiori agenzie internazionali, e Andrea Palombi, direttore editoriale.

Il catalogo è tripartito in un ramo di narrativa, uno di saggistica e un terzo dedicato al mare e alla vela, per ricordarsi sempre di navigare controcorrente. Le collane fondamentali sono:

Greenwich, prima incentrata solo sulla letteratura angloamericanae poi divenuta «il meridiano della nuova letteratura con voci emergenti e innovative della narrativa italiana e internazionale». Una scuderia di autori tra cui spiccano Gordon Lish, Julia Glass, Andre Dubus III, Mathias Enard,  Jean Teulé e Filippo Tuena, impegnato anche come curatore di un’altra collana, Tusitala.

Tusitala (dal samoano “scrittore di storie”, attribuito dalla popolazione a Robert Louis Stevenson), «Esplorazioni, misteri, resoconti di viaggi, biografie, narrativa di avventura», tra cui campeggiano

Frank Hurley e Lesley Hartley.

Igloo, grande bacino di saggistica, raccolta di «storie appassionanti, casi emblematici, vite e vicende che hanno contrassegnato stagioni politiche e culturali. Approfondimenti sull’attualità, dalle grandi inchieste alla politica, dall'economia all’informazione». Da segnalare Pier Vittorio Buffa e Gianni Flamini.

Documenti, collana imperniata sul «dovere della memoria», squarci di sguardi su dittature, guerre e stragi che possono guarire solo conoscendole.

Grandi navigatori grandi navigazioni, perché il mare è un luogo e un soggetto, scrigno e voce del racconto. La collana inanella «diari di bordo, storie ed esperienze dei migliori velisti italiani, vicende e protagonisti della storia della vela», come la biografia di Moitessier per mano di Jean Michel Barrault.

Tecnica, sezione manualistica approfondita.

Narrativa di mare, in cui spiccano le rotte di Henry Thompson, Pierre Loti ed Ernest Shackleton.

Il sito web consente d’imbarcarsi in un oceano di informazioni e curiosità, fiutando l’umore dei lettori con la classifica dei più venduti e intercettando anche il canale dell’editoria digitale.

A questo punto il momento dei nostri suggerimenti è un pasto altrettanto goloso e necessario.

Queste le nostre scelte:

Non sono Sidney Poitier, di Percival Everett, conflitto identitario di un uomo costretto a combattere anche contro il proprio nome. Autore di straordinaria forza narrativa.

I pugni nella testa, di Andre Dubus III, una città di provincia spaccata da un fiume. E da tutti i suoi contrasti, tra borghesia e perdizione.

I vivi e i morti, di Joy Williams, rito di passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Limbo narrativo sarcastico e deflagrante della finalista Pulitzer apprezzata da Don De Lillo.

E un plauso in più è da tributare a I sogni di mio padre, autobiografia di Barack Obama di cui la casa editrice acquistò i diritti quando ancora quel volto non ci era affatto familiare.

I principi nutritivi sono quindi al completo. Per un’ottima dieta culturale.

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