“Pornografia”, regia di Luca Ronconi
di Federica Imbriani / 17 aprile 2014
Guardoni. Tutti noi seduti in scena. Guardoni che guardano guardoni che guardano due ragazzi che di guardarsi con desiderio, l’uno con l’altra, proprio non ne vogliono sapere. Ecco, in estrema sintesi, il risultato del lavoro svolto da Luca Ronconi nel Laboratorio da lui diretto presso il Centro Teatrale Santacristina sul testo di Pornografia, romanzo di Witold Gombrowicz, oggi pièce teatrale coprodotta dal Piccolo Teatro Grassi.
Questo è quindi uno spettacolo sullo svolgere un’attività normale, soprattutto per un pubblico, ma distorta per soddisfare il bisogno di riempire il tempo in campagna, per appagare le pulsioni omoerotiche che legano i due protagonisti, per godere della bellezza insita nella gioventù che è cifra assoluta dell’oggetto guardato. Un’attività normale, pornografica anche se non c’è traccia di pornografia così come la intendiamo nel senso comune del termine, che conduce al fraintendimento, alla manipolazione, al dolore e, infine, alla tragedia.
Ronconi afferma di aver scelto questo testo recuperandolo dalla memoria delle proprie letture giovanili e di amare ancora dell’autore lo spirito caustico, l’irriverenza e l’intelligenza che, nell’opera, scaglia con precisione chirurgica contro il bigottismo che fa da corollario all’assoluta dedizione verso la figura divina di cui è intriso il milieu culturale polacco degli anni quaranta e che, in scena, si incarna nel personaggio di Amelia, santa e inviolabile, a cui basta d’essere messa in discussione dall’oscuro e vibrante Federico per cedere a un’indecente e mortale copula di morsi e coltelli.
Pornografia è uno spettacolo talmente fedele allo schema narrativo del romanzo che persino le scene scorrono intorno ai personaggi piuttosto che essere da questi agite. Solo raramente il teatro invade il campo della letteratura come nella scelta di rappresentare un’Amelia nuda o in quella di sottolineare con divertenti movimenti di pannelli e circonferenze disegnate con il gesso sulla lavagna lo schema della passeggiata di Federico.
Inutile nascondere che si tratta di un’opera difficile. Ronconi sceglie di non piegare il testo alle necessità della riscrittura teatrale e si deve scontrare con più di un ostacolo, non ultimo quello del punto di vista – Gombrowicz vero autore, Gombrowicz finto autore narratore onnisciente a cui fa riferimento Gombrowicz personaggio presumibilmente – ma anche quello del linguaggio e sicuramente quello della resa scenica dei dialoghi, eccezionalmente interpretati dal cast, che rappresentano, di volta in volta, interventi in prima persona, interventi in terza persona con soggetto il proprio personaggio, interventi in terza persona con soggetto gli altri personaggi e, rari, interventi in prima persona che si rivelano per essere pensieri di un altro personaggio.
Eppure Pornografia diverte, strappa allo spettatore una risata di tanto in tanto e gli regala la sensazione di stare facendo qualcosa di “cattivo” che rende attraente anche la scalata verso la vetta di una riflessione filosofica che s’incardina sulla coppia di antinomie giovinezza/vecchiaia e bellezza/bruttezza. Da affrontare con consapevolezza e senza false illusioni per guadagnare la possibilità di spiare se stessi dal buco della serratura.
Pornografia
di Witold Gombrowicz
traduzione Vera Verdiani
regia di Luca Ronconi
con Riccardo Bini, Paolo Pierobon
e con Ivan Alovisio, Loris Fabiani, Davide Fumagalli, Lucia Marinsalta, Michele Nani, Franca Penone, Valentina Picello, Francesco Rossini
Prossime date
Roma – Teatro Argentina dal 9 al 17 aprile
Torino – Teatro Carignano dal 22 aprile al 4 maggio
Comments