“Chasing Yesterday” di Noel Gallagher’s High Flying Birds
Il gradito ritorno di Noel e delle sue poesie
di Tommaso Di Felice / 19 marzo 2015
E anche il secondo è andato. Tre anni dopo i successi e le conferme di Noel Gallagher’s High Flying Birds, primo album solista, marzo è stato il mese di Chasing Yesterday, il secondo disco di Noel Gallagher e della sua nuova formazione. Ma facciamo un passo indietro.
Agosto 2009: prima del loro concerto parigino, Noel e il fratello Liam litigano violentemente (cosa che hanno sempre fatto) e annullano tutto il tour, per la disperazione dei fans e degli organizzatori. Si parla addirittura di chitarre sfasciate. È la fine degli Oasis, band che ha segnato gli anni ’90 come pochi altri gruppi. Da quel momento ognuno per la sua strada. Liam Gallagher, Andy Bell, Gem Archer e Chris Sharrock fondano i Beady Eye, pubblicano due album che convincono a metà e lo scorso ottobre, con un messaggio comparso su Twitter, lo stesso Liam ringrazia tutti e annuncia lo scioglimento della band. Noel inizia un percorso diverso, annunciando nel 2011 la sua nuova formazione e poco dopo il primo album. Nell’Ottobre del 2014, nel corso di un’intervista a Londra, viene comunicata l’uscita di questo secondo lavoro così tanto atteso, mentre il 17 Novembre esce il primo singolo “In The Heat Of The Moment”: impronta ancora fortemente britpop, melodie godibili ed esageratamente piacevoli. Poco dopo, “Ballad Of The Mighty I”, brano che conquista subito le classifiche di mezza Europa, grazie anche al video girato per le strade di Manchester e alla partecipazione di Jhonny Marr (ex Smiths) con la sua chitarra elettrica. Chasing Yesterday è aperto dall’accattivante “Riverman”, lenta ballata in perfetto stile Beatles, chitarra acustica ed è subito Noel: testo superbo e pioggia ovunque, sembra che questo pezzo sia merito di Morrissey e dei suoi consigli. Un gioiello.
Imperdibile anche la malinconica “The Dying Of The Light”, brano scritto tre anni fa e arrangiato per il nuovo disco.
“The Right Stuff” e i suoi quasi sei minuti lasciano a bocca aperta: traccia sperimentale, non è di sicuro un azzardo ma colpiscono le sonorità e certi assoli importanti, unico brano dove il testo viene messo in secondo piano per lasciare spazio alla musica. Noel ne parla così e ne sembra quasi sorpreso: «Ho fatto sentire “The Right Stuff”ad un mio amico, che mi ha detto: “Ma questa roba è space jazz!” Sfottevamo sempre lo space jazz quando ero negli Oasis. Quando la gente ci diceva che non eravamo abbastanza audaci con le nostre canzoni noi rispondevamo: “Che cosa volete, che facciamo space jazz?” Ora ho scritto una canzone che è vero, autentico space jazz, ed è grandiosa». Ancora britpop, invece, con “While The Song Remains The Same”, mentre gli esaltanti e avvolgenti ritmi di “You Know We Can’t Go Back” e “Do The Damage” scaldano il disco e si candidano a pieno titolo a diventare i preferiti del pubblico.
Ancora una volta, Noel Gallagher incanta il suo pubblico, confermandosi il grande songwriter che in effetti è. Se il primo disco aveva un’anima, cose che mancava negli ultimi album condivisi con il fratello Liam, stessa cosa si può dire di Chasing Yesterday proprio perché interamente prodotto e scritto da lui stesso.
Impossibile non pensare agli Oasis, ma ancora una volta il “fratello cattivo” dimostra come gli Oasis in sostanza fossero Noel: testi perfetti, a tratti tetri ma anche illuminanti, nessuna sbavatura. L’unica pecca, forse, è quella mancanza di osare qualcosa di diverso. Ma nel complesso il 2015 sarà ricordato anche per questo disco, per la sua ricchezza musicale e per il suo carisma.
LA CRITICA
Nulla di nuovo sul fronte occidentale. Noel e la sua band rasentano la perfezione, sia dal punto di vista musicale che per quanto riguarda i testi, vera punta di diamante e marchio di fabbrica del nostro. Un album decisamente piacevole, una carriera che sembra non finire mai.
Comments