Why, Liam Gallagher?

A proposito del secondo album di Our Kid, "Why Me? Why Not."

di / 2 ottobre 2019

Gli Oasis, gli anni Novanta. Liam Gallagher e suo fratello Noel sono stati un punto di riferimento assoluto nella musica popolare di fine Novecento. La sfida con i Blur e tutto l’immaginario che si portano appresso. È retorico quanto importante ripeterlo, per cercare di capire cosa abbiamo di fronte quando ci apprestiamo ad ascoltare Why Me? Why Not., il secondo lavoro solista di una delle icone pop/rock di una decade di transizione musicale. Da qualsiasi punto la si voglia vedere, da adulatori o da detrattori, è chiaro che la band inglese abbia fatto un solco indelebile in quegli anni, andando necessariamente ad influenzare parte della musica che si è sviluppata negli anni Duemila. Gli Oasis sono stati un fenomeno di massa difficilmente replicabile.

Dopo lo scioglimento della band, gli infiniti problemi con il fratello Noel, Liam si è messo in testa di poter ricreare la stessa magia degli Oasis con un’altra band, i Beady Eye. È nell’indole del più giovane dei Gallagher quella di immaginarsi semplicemente come il migliore. Rientra nel suo personaggio. Ma se già gli ultimi anni con gli Oasis venivano a galla diversi problemi a livello di produzione artistica, questo suo esperimento non è andato sicuramente a buon fine: due album talmente telefonati, Different Gear, Still Speeding e BE, da risultare patetici.

In sottofondo continue dichiarazioni più o meno orribili nei confronti del fratello e l’esperienza con i Beady Eye che finisce. Passano tre anni e Liam esce con un nuovo album, questa volta da solista: As You Were. Un lavoro che continua sulla falsa riga della sua seconda band: l’opera di un quarantacinquenne che prova a fare il giovane e che riesce a sembrare semplicemente più vecchio. È risaputo che quello bravo degli Oasis a livello di scrittura non fosse lui, ma Noel (nonostante non stia brillando neanche la sua carriera da solista, fatta eccezione forse per Chasing Yesterday): qui emerge tutta la sua difficoltà nel tirare fuori qualcosa di decente e che alla fine non fa che somigliare a una squallida parodia degli Oasis.

Con Why Me? Why Not. ci troviamo su per giù nella stessa zona grigia. Sì, ci sono gli Oasis, chiaramente, ma sempre nella loro forma incompleta. L’immagine c’è, ma manca qualcosa sotto: le fondamenta. Manca quello che insieme al fratello veniva automatico. La magia degli Oasis, per l’appunto. Niente che possa balzare agli occhi, nulla che possa far credere a una nuova epoca per Our Kid, un guizzo, qualche novità. Tutto orecchiabile, sì, ma tremendamente piatto. Cori da stadio, chitarroni, classiche beatlesate e poco altro, una miscela che non può che portare al nulla.

Non c’era probabilmente bisogno di un secondo disco di Liam per capirlo, ma i due fratelli Gallagher hanno bisogno l’uno per l’altro per esprimersi al meglio. Why Me? Why Not. è talmente innocuo da fare tenerezza.

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LA CRITICA

Con il suo secondo album da solista, Liam Gallagher conferma di non essere all’altezza del suo passato: Why Me? Why Not. è la pallida copia di ciò che è stato.

VOTO

4,5/10

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effe

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