I mostri di Londra

A proposito di “London voodoo” di Orso Tosco

di / 20 aprile 2022

Copertina di London voodoo di Orso Tosco

La fisionomia di Londra – i suoi ponti, le strade ampie, le folle, il grigio del Tamigi – evoca nel viandante il conforto della maestosità, di un certo grado di ordine, e insieme il caos e la mostruosità della metropoli contemporanea. A Londra si trova almeno un metaforico accesso all’inferno (e uno analogo al paradiso): è la città più e meno europea del continente, quella dove si possono intravedere tutte le possibili versioni del futuro dell’Occidente. In una famosa scena di un classico degli zombie movie, 28 giorni dopo di Danny Boyle, il protagonista – interpretato da Cillian Murphy – si risveglia dal coma e si trova a camminare in una Londra totalmente svuotata di esseri umani: la città è in preda a un’apocalisse che il personaggio ancora non sospetta, al contrario dello spettatore, in un rovesciamento cognitivo che diventa estetico. La visione di questa sequenza, a vent’anni dall’uscita del film, è ancora impressionante, nella sua perfezione ma anche nella sua irragionevolezza: Londra è la città dove la fine del mondo assume i caratteri dello splendore, e al contempo della morte assoluta.

L’ultimo romanzo di Orso Tosco, London voodoo (minimum fax, 2022), si muove seguendo queste tracce, con una Londra distopica come palcoscenico e matrice narrativa. La cornice è quella di un Regno Unito dai confini chiusi, diviso dal resto d’Europa dove invece imperversa un’epidemia: profughi, violenza e povertà dilagante sono all’ordine del giorno. Immagini disturbanti, certo, ma anche familiari. London voodoo ci avverte da subito sulla strada che il racconto distopico sta prendendo negli ultimi tempi: anche quando il meccanismo narrativo della distopia è chiaro, le storie non ci appaiono più tanto lontane, inverosimili, al massimo profetiche – cosa che accadeva nelle distopie classiche come 1984 o anche Il racconto dell’ancella. Anzi. È come se con l’avvento della pandemia il nostro immaginario fosse stato destabilizzato, ferito, e di conseguenza le nostre paure si stiano avvicinando sempre più all’idea che abbiamo del mondo reale. Quella che si sta concretizzando è una frontiera – tra realtà e immaginazione, esperienza e preoccupazione – mobile, ambigua, pericolosa ma anche esteticamente eccitante, su cui si colloca la distopia contemporanea.

I protagonisti di London voodoo sono tre: il Porco, Dennis Tabbot, Eva B, rispettivamente i membri e il capo della Sezione, una squadra speciale della polizia inglese che ha il compito di risolvere i crimini più spinosi, e sanguinari, della nazione. Alla Sezione è concessa la libertà di fare qualsiasi cosa pur di raggiungere i propri obiettivi, anche torturare – anche uccidere. Non c’è alcuna morale nella Sezione, se non quella del mantenimento dell’ordine. Orso Tosco insomma mischia le carte tra bene e male, giustizia e cattiveria. È una scelta coraggiosa per uno scrittore, una sfida: non è facile infatti empatizzare col Porco o con Dennis, omoni sadici, perversi, spesso del tutto privi di umanità. L’intento dell’autore non è quello, più classico, di raccontare una storia dal punto di vista del cattivo, ma di descrivere un male imperante in tutti i luoghi del romanzo, una totale assenza del bene. In questa Londra, infatti, l’unica etica possibile è quella di chi cerca in qualche modo di limitare il caos.

All’inizio di London voodoo però la Sezione si trova a combattere con un mostro peggiore degli altri, qualcosa di indecifrabile e dall’aspetto mutevole: a Londra iniziano a verificarsi una serie di assassinii e attentati di violenza inaudita, compiuti da persone in teoria normali – un’anziana cieca, una tossicodipendente all’apparenza innocua, un membro della stessa polizia –, che sembrano spinte da un’energia irrefrenabile e che poi non ricordano niente dell’accaduto. È quasi come se fossero possedute. Ma da chi? E per quale motivo? Gli assassini, oltretutto, quando posseduti, raggiungono una potenza fisica e mentale disumana: sono forti, veloci, precisi. È proprio questa furia all’apparenza cieca ma in realtà controllata, questa chiarezza della violenza, a inquietare. Un’agentività esiste anche nel caos, ma è ermetica. Chi è il colpevole, quindi? O meglio: esiste una colpa? Oppure in un mondo del genere non ci sono persone più colpevoli di altre?

Quello sulla colpa (l’assenza della colpa) è il quesito alla base di London vodoo, che col prosieguo delle pagine si delinea sempre più come un romanzo-resoconto sulle forme della barbarie contemporanea. Sulla crudeltà dei due poliziotti d’altronde si è già detto; ma è tutto ciò che li circonda ad apparire decadente, intriso di ferocia – appunto, barbaro –, anche gli aspetti della storia che sembrerebbero onirici, addirittura magici, slegati quindi dalla crudezza del reale. Il Porco per esempio ha il controllo su una creatura, Sessantanove, una donna antichissima, un oracolo: la tiene incatenata in una casa fatiscente e la premia con dosi di eroina; lei in cambio lo aiuta a risolvere i crimini. È una pizia tossicomane, disagiata – e disagiante –, in cui lo scrittore riprende alcune immagini tradizionali della figura dell’oracolo ma poi le rende squallide, le sporca. Qualcosa di simile è anche il “voodoo urbano”, una sorta di magia nera utilizzata dai due poliziotti, che si basa totalmente sulla violenza inflitta e autoinflitta. La loro è una telepatia del sangue; la magia, nella metropoli oscura, è solo veicolo di violenza.

Quando la Sezione si mette a indagare sugli omicidi – e più che indagini classiche, da giallo, si tratta di una guerra –, quello che ne ricava è un aumento esponenziale del caos. A capo della squadra, Eva B – fredda, calcolatrice, intelligentissima, con chiari tratti di psicopatia –, prova una dolorosa frustrazione di fronte a tutto questo. È il personaggio migliore del romanzo, quello che assomiglia di più alla sua città: alterna anche lei violenza a raziocinio, l’ordine alla confusione, ma ciò che prova è soprattutto sgomento. Eva B osserva le cose per come sono, e quello che vede con sempre maggior chiarezza è un paese – e un genere umano – corrotto a tutti i livelli, cieco, spinto da una perversa tendenza autodistruttiva. Vengono in mente alcune immagini di Dylan Dog – per esempio quelle di Golconda! o di Dopo mezzanotte –, in cui l’inferno si apre letteralmente dentro Londra e la città viene invasa da un male incomprensibile all’uomo, ma in qualche modo logico. È la meccanica dell’inferno; la presenza-assenza dell’agentività. In questo, è ovvio, gioca un ruolo importante anche la prosa di Orso Tosco: visionaria e insieme rapida, influenzata dalla poesia quanto dal cinema; l’uso combinato di seconda e terza persona rende il punto di vista ancora più mutevole, massima la costruzione del disordine.

London voodoo è una cupa riflessione politica sul presente dell’Europa. Sul presente apocalittico dell’Europa, secondo quel cortocircuito tra realtà e distopia di cui si è parlato in precedenza. Di apocalisse d’altronde Orso Tosco si era già occupato nel suo romanzo precedente, Aspettando i Naufraghi (minimum fax, 2018). Qui apocalisse e scenario politico però si camuffano l’una con l’altro: il discorso sulla Brexit, per esempio, rimane sottinteso ma è lampante, così come quello sul Covid e sui mali del capitalismo. Sono emblematiche le figure del Primo Ministro – che riassume tutte le contraddizioni di un certo modo di fare politica – e dei suoi scagnozzi nei servizi segreti, ma anche quelle di personaggi minori, tristi topoi della contemporaneità: lo chef clandestino che cucina pietanze illegali, e da cui vanno a cenare i potenti del paese, i tossicomani disprezzati e lasciati in balia di sé stessi, i poliziotti fascisti, gli innocenti che pagano per colpe che non hanno commesso. Quello di Orso Tosco è un quadro scioccante, catartico, e che la metropoli finisca infine per scoppiare sembra solo una conseguenza logica, piuttosto che il sogno di autodistruzione di un pazzo, o il desiderio di qualche uomo senza scrupoli.

 

(Orso Tosco, London voodoo, minimum fax, 2022, 205 pp., euro 16, articolo di Claudio Bello)
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