Conversazione con Maria Lucia Riccioli
di Angelo Orlando Meloni / 27 giugno 2011
Abbiamo intervistato l’autrice di un altro romanzo “made in Sicily”: Maria Lucia Riccioli, che ha esordito con Ferita all’ala un’allodola (Perronelab), dedicato alla poetessa risorgimentale Mariannina Coffa.
Qual è stata la molla che ti ha spinto a ricostruire la vita di Mariannina Coffa, perché l'hai “scelta”?
Mi piace il virgolettato della parola scelta. I personaggi dei libri, ecco, sono loro a sceglierci. Mariannina Coffa ha in più il fatto di essere realmente esistita e questo da una parte semplifica le cose e dall’altra le complica. Mi sono sentita più responsabile come autrice. Qualche anno fa mi capita la ventura di insegnare a Noto, al centro del mondo in cui visse Mariannina. Ho respirato l’atmosfera in cui è vissuta, ho ripercorso con le gambe e l’immaginazione scalinate e strade, ho ammirato balconi e facciate barocche… Nulla avviene per caso. Quel monumento di marmo bianco in piazza XVI maggio, l’espressione dolente del busto di questa donna e poetessa risorgimentale, dell’angelo ai suoi piedi che sembra piangerne la sorte, tutto questo ha iniziato a risuonarmi dentro. Ho voluto saperne di più e ho iniziato a leggere e studiare. Anni di ricerca affascinante… ed ecco Ferita all’ala un’allodola.
Riusciresti a descrivere il tuo libro in poche righe?
Se dovessi confinarlo in un genere, direi proprio che è un romanzo storico. Ma mi piace pensare che sia un omaggio a una donna del 1860. Che sia una storia d’amore, una riflessione sulla grande Storia e sulle piccole storie che la formano. Che sia un esperimento linguistico, perché ho cercato la voce, il tono giusto per raccontare una poetessa e patriota, una donna complessa e secondo me attualissima come Mariannina Coffa Caruso, che nella parabola breve del suo volo è stata figlia, amante, sposa, madre, che ha sofferto per l’amore di un uomo, per l’amor di patria, per la sua stessa condizione di donna e di siciliana, anzi di italiana.
Se ne hai avuti, quali sono stati i tuoi modelli nel comporre il romanzo?
Da sempre amo la storia e la letteratura, specie quella dell’Ottocento. Per motivi di studio, per affinità elettive che non comprendo neanch’io pienamente, chissà. Modelli? I nostri grandi siciliani, ma direi i classici in generale, e poi i contemporanei che hanno saputo reinterpretare e a volte reinventare il romanzo storico. Amo in particolar modo la Yourcenar e la Mazzucco, due voci straordinarie. Ma sono una lettrice pressoché onnivora, curiosa e desiderosa di apprendere sempre nuove tecniche, di assimilare più che posso. Non pretendo che un libro come questo – un romanzo storico, di ambientazione siciliana, dal linguaggio che aspira anche a una certa complessa preziosità – diventi un bestseller. Credo che ogni opera scelga e selezioni il suo lettore. La lettura è comunicazione e prima di tutto incontro. Spero che questo romanzo trovi lettori che permettano alla voce di Mariannina Coffa, ai sentimenti e ai fatti di un’epoca storica lontana eppure così presente, di risuonare dentro di loro.
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