“L’arte di riassumere”
di Ugo Cardinale
Le regole della contrazione dai banchi di scuola al Web
di Gabriele Sabatini / 18 giugno 2015
Se su Google cercassimo “come fare un riassunto”, ci troveremmo di fronte a numerosi risultati, provenienti da siti di studenti, di riviste divulgative, di giornali d’istituto, che tenterebbero di svelarci le migliori tecniche per poter dire in forma breve quello che l’autore di un testo ha invece reso in maniera più ampia. L’esercizio del riassunto, sebbene paia essere sempre meno frequente fra i banchi delle nostre scuole con il procedere del corso degli studi, non smette di essere una pratica necessaria, e l’esigenza di sapere come fare – di apprendere le regole fondamentali per una buna riuscita nella riduzione dei testi – permane. E a ragione, perché è forse proprio con l’avanzare degli studi e con l’ingresso del mondo del lavoro che si è chiamati al suo frequente utilizzo. Si pensi alla presentazione di un progetto in ambito lavorativo; oppure, si pensi al mondo editoriale e alla necessità in cui molti autori – veterani e non – si imbattono di dover stendere una sinossi del proprio lavoro; si ricordi – infine – che tutto questo accade in un mondo informatizzato in cui il tempo di attenzione dedicato alla lettura di una mail, di un post, di un articolo, è andato sempre più assottigliandosi.
Intercettando tali esigenze, il linguista Ugo Cardinale affronta il tema del riassunto da una duplice prospettiva: la prima, dedicata all’indagine del rapporto che intercorre fra l’atto della lettura e quello della scrittura; la seconda, inserita in un itinerario che conduce attraverso l’analisi di testi variegati e ne presenta una rassegna esemplificativa, nella quale sono sviluppati in forma compiuta alcuni possibili riassunti.
Cardinale non tarda a chiarire al lettore i nodi fondamentali, ossia i due momenti della contrazione: quello della comprensione del testo, in cui un peso rilevante è dato dalla individuazione della sua macrostruttura; e quello della riformulazione vera e propria, di cui sono proposti diversi approcci. Il riassunto non può dunque ridursi ad una parafrasi del testo originario né può prendere forma a partire dalla mera eliminazione di parti ritenute superflue: mediante la comprensione della macrostruttura si può «leggere un testo e riassumerlo attraverso un’operazione cognitiva di cancellazione dei dettagli, di generalizzazione-astrazione e di inquadramento all’interno di copioni, schemi cornici», che consente di elaborare un brano di sintesi il quale «dovrà poi tradursi in una sequenza di proposizioni che sviluppano più brevemente il tema, ma sono tenute insieme da un orizzonte semantico comune».
Ma anche per quanti non siano di fronte alla necessità di riassumere per esigenze scolastiche, la lettura di questo piccolo manuale può fungere da utile strumento se si avesse il bisogno di raccontare brevemente proposte o idee: i nessi logici da utilizzare nella riduzione di un testo paiono essere gli stessi che dovremmo impiegare nella esposizione breve di una qualsiasi questione più ampia, della quale ci sia però ben chiara la struttura fondamentale. Ecco dunque che anche la stringata stesura di uno stato o di un tweet non può essere subordinata alla mera rapidità, ma deve rappresentare un punto di arrivo, di riflessione, e – naturalmente – un impegno di tempo, evitando così di doversi scusare della lunghezza citando, con abuso, Blaise Pascal.
(Ugo Cardinale, L’arte di riassumere. Introduzione alla scrittura breve, il Mulino, pp. 208, euro 14,00.
LA CRITICA
Un libro da tenere a portata di mano, affianco ai dizionari e agli altri libri di tecniche di scrittura. Un prontuario per evitare gli errori più comuni nell’elaborare un riassunto. Più che una lettura, uno strumento.
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