La resa dei conti con i nodi del passato
“L’amore che dura” di Lidia Ravera
di Antonella De Biasi / 12 giugno 2019
Cosa ci spinge a chiederci ancora come sarebbe stato se gli eventi della vita avessero preso pieghe diverse? Cosa ci porta a scrivere, consegnando agli atti della nostra vita, i tasselli di quello che viviamo e soprattutto di quello che abbiamo vissuto? A questi quesiti cerca di dare una risposta L’amore che dura di Lidia Ravera (Bompiani, 2019).
La vita scorre ma si lotta per restare: e i quaderni di Emma, la protagonista di questo malinconico ma vibrante romanzo d’amore, sono la prova “carnale” che certi fili non possono essere spezzati e anzi, costituiscono la base per le decisioni e per le conseguenze del nostro futuro.
Emma e Carlo sono due ultracinquantenni che si sono amati per venti anni – sono anche stati marito e moglie – e si sono conosciuti che erano due ragazzini pieni di sogni e di ideali. Hanno condiviso delle battaglie importanti, si sono sempre sostenuti l’un l’altra e hanno coltivato quella passione che rappresenta un filo prezioso per la loro unione, ma anche per la stessa trama del romanzo.
Emma è un’insegnante per vocazione, protegge i suoi studenti che chiama i “miei figli finti”, si sente spesso responsabile della felicità e del benessere degli altri, è un’altruista; Carlo è un creativo, fa il regista, vuole raccontare il mondo attraverso la sua pupilla interiore e ha i suoi schemi di autoconservazione ben collaudati. Sono il primo amore dell’uno e dell’altra e pare impossibile che la vita, crudele e divergente, li metta di fronte a un bivio che li porterà a dividerli e a sugellare l’idea che, da un certo momento in poi, i loro ideali non combacino più – a differenza dei loro corpi e della loro chimica unica – e vorrebbero in effetti, due vite diverse.
L’autrice, con una scrittura fluida e incalzante, individua il punto di rottura fra i due nel desiderio di maternità di Emma, che si offre di aiutare una sua giovane alunna incinta – esclusa dalla sua famiglia che vive un forte disagio sociale –, ospitandola a vivere a casa sua, e nella spinta ambiziosa di Carlo, che invece vuole trasferirsi a New York. Emma decide di restare a Roma, dedicandosi ai suoi alunni e a Samantha che darà presto alla luce una bambina; Carlo parte, investendo le sue energie nel cinema.
Ognuno quindi ha scelto una vita diversa: ma l’incipit del romanzo si apre su un incontro che i due hanno fissato in una Roma assolata. Emma ha con sé dei quaderni preziosi dove ha annotato dei pezzi della sua vita che riguardano anche Carlo e come scrive «quando evochi il passato per raccontarlo, si addensa in una forma: diventa vero. Copre i vuoti della memoria: il racconto è l’unico reperto durevole».
I due non riescono comunque a parlarsi: Emma viene investita mentre pedala in bicicletta verso l’appuntamento con il suo primo, grande, indelebile amore. Sarà Carlo stesso a soccorrerla e in ospedale dovrà incontrare Alberto, l’uomo che Emma ha sposato dopo di lui, e Franny, la bambina che lei ha avuto subito dopo la loro separazione e che stabilirà con il “gag”, il “grande amore di gioventù” della madre, un’empatia immediata. Forse perché molti nodi non sono stati ancora sciolti, chiariti e riguardano le vite sia di Carlo che di Emma.
L’amore tra Carlo e Emma è un amore interrotto ma che non ha mai smesso di essere protetto e coltivato: l’autrice ci mostra, utilizzando una storia piena di quotidianità e colpi di scena, che il sentimento genera dipendenza e che in fondo nessuno vuole veramente essere libero: vogliamo essere noi stessi e amati per quel che siamo e dovremmo imparare dal dolore, guardarlo negli occhi e nominarlo.
La condivisione di questo dolore, ma anche dei momenti positivi, attraverso la scrittura di Emma è la colonna vertebrale del romanzo: è la traccia che Carlo, Alberto e Franny stessa – assieme al lettore – devono seguire mentre lei combatte in un sonno scuro, sospesa tra la vita e la morte.
Ecco perché giunge un momento in cui districare i nodi del passato diventa un compito presente che si proietta nel futuro: Lidia Ravera ci consegna una storia autentica, che si legge tutta d’un fiato, che ci mostra che, anche dopo anni, le impronte più vere della vita possono ancora essere riconosciute e affrontate, senza lasciare nulla in sospeso. Il romanzo esplode con una rivelazione che colpisce, esalta e riconsegna un nuovo finale e un nuovo senso all’intera storia.
(Lidia Ravera, L’amore che dura, Bompiani, 2019, pp. 416, euro 18, articolo di Antonella De Biasi)
LA CRITICA
Una storia autentica, raccontata con abilità dalla Ravera, attraverso una scrittura fluida e incalzante.
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