“La vera storia dei Simpson” di John Ortved
di Fabrizio Miliucci / 2 dicembre 2012
Dalle Reprints ISBN ora in libreria La vera storia dei Simpson di John Ortved. Il trentenne giornalista americano ripercorre i vent’anni di continua ascesa della sitcom animata più famosa al mondo, a partire dal debutto nel dicembre del 1989, fino alla ventiquattresima stagione uscita solo in Usa. In diciotto capitoli preceduti da un breve scritto di Douglas Coupland e da un prefazione dello stesso autore, si alternano testimonianze che danno il sapore di un lungo documentario in cui i protagonisti si accavallano nella ricostruzione dei retroscena della più divertente (e fruttuosa) esperienza televisive degli anni ’90.
Tutto comincia con un giovane e squattrinato disegnatore che da Portland si trasferisce a Los Angeles in cerca di fortuna. Matt Groening è l’ideatore della famiglia Simpson, ma non l’unico padre. Perché i personaggi dalla pelle gialla possano diventare l’ultima icona pop del ’900, deve prima avvenire l’incontro con un giovane produttore e regista di origine ebrea, James L. Brooks, e il maniacale Sam “Sayonara” Simon, sceneggiatore delle prime stagioni e artefice del tipico humor sarcastico di Bart & co. Trovato casualmente uno spazio di pochi minuti tra una gag e l’altra del Tracey Ullman Show sull’emittente Fox, la famiglia di Springfield brucerà le tappe divenendo in breve una vera e propria macchina da soldi grazie a merchandising, diritti e commissioni televisive.
Quasi subito la bomba Groening-Simon deflagrerà costringendo il talentuoso sceneggiatore, autore di alcuni degli episodi più popolari a lasciare il campo portandosi a casa una buonuscita ragguardevole e una fetta della proprietà, ma questo sarà solo il primo dei casi legati all’epopea Simpson, ricca di aneddoti e personaggi spietatamente hollywoodiani.
La vera storia dei Simpson, è la storia di come si sia creato questo americanissimo fenomeno di massa presto divenuto globale, facendo impazzire migliaia di persone di tutte le età col suo mix inedito di sarcasmo, cinismo, irriverenza ma anche buonismo, in un originale equilibrio progressista/conservatore.
All’indomani del primo episodio “Un Natale da cani”, il Time si chiedeva ironicamente: «Perché dovremmo tornare a “Genitori in blue jeans”?» Il microcosmo delle famiglie televisive rassicuranti e terribilmente medio-borghesi era compromesso una volta per tutte da questa sballata compagnia di personaggi provinciali e un po’ cafoni.
È da allora che la forza e l’aggressività della famiglia Simpson, nata dalla penna del loro ideatore come la parodia dei suoi stessi parenti (il papà Homer, la mamma Margaret e le sorelle Liza e Maggie sono la famiglia di Groening) fagocitano avversari di categoria superiore come I Robinson con un successo di ascolti inaspettato. I numeri parlano chiaro, i Simpson, vincitori di ventitré Emmy, un Peabody Award, nella classifica delle miglior serie televisive di tutti i tempi secondo Time, sono la serie più longeva nel panorama televisivo internazionale.
Ma attenzione, solo se siete dei veri feticisti della famiglia più sbomballata d’America potrete reggere fino alla fine le circa trecento pagine di interviste, articoli e ricostruzioni di questa lunga e scrupolosa indagine giornalistica. «Per chi invece vuole imparare qualcosa sulla comicità e i suoi meccanismi – avverte l’autore nella prefazione – è meglio portare indietro il libro e usare i soldi che vi restituiscono per comprare una copia in dvd di Freaks and Geeks [serie televisiva statunitense creata da Paul Feig, ndr].
(John Ortved, La vera storia dei Simpson, ISBN edizioni, 2012, pp. 309, euro 12)
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