“Equilibrio”: Sylvie Guillem apre la nona edizione del Festival della nuova danza
di Pierfrancesco Matarazzo / 14 febbraio 2013
Un grande occhio, che vi osserva da una finestra di luce. Un occhio alla ricerca di un passaggio che gli permetta di entrare in contatto con un altro essere umano. Poi la camera allarga e intorno all’occhio appare un’espressione di turbamento, di preoccupazione per ciò che vede e per ciò che manca. Piccole rughe, una fronte, un caschetto di capelli. Sono rossi, anche se il colore non esiste dall’altro lato del mondo, ma voi sapete che sono rossi, voi sapete chi sta per ballare per voi, il vostro corpo lo sa, e si sporge leggermente in avanti su una poltroncina di velluto rosso, come se l’aria che lo separa da quell’occhio fosse sempre troppa, che siate in prima fila o nell’ultima delle balconate costruite nella pancia del coleottero gigante che racchiude la sala in cui state fremendo. Ecco, ora la figura è intera e vuole trovare un buco nella luce per passare.
È così che inizia Bye, assolo di Sylvie Guillem, all’interno del programma 6000 miles away che ha aperto la nona edizione di Equilibrio (Festival della nuova Danza che si tiene a Roma all’Auditorium Parco della Musica dal 2 al 27 febbraio).
Sulle note dell’ultima sonata per pianoforte di Beethoven e sgusciando fuori dai pensieri di Mats Ek, acclamato coreografo svedese, Sylvie Guillem, ballerina d’incomparabile flessuosità, compie il balzo dal suo mondo al nostro e inizia a parlare con il pubblico con il suo corpo, lo fa muovendo gambe sottili ed eteree come nastri rincorsi dal vento, un vento di occhi che cerca di fissare, scomporre, razionalizzare e non può e non deve. Perché è il nastro che muove il vento e non il contrario. Lo spinge, lo cinge e poi lo lancia contro la finestra di luce affinché passi dall’altra parte con lei e si guardi, si prenda un attimo per osservare cosa gli sta accadendo e scegliere da che parte della realtà stare. È allora che la vostra mente perderà il contatto con il vostro corpo, preferendo quello di Sylvie Guillem, privo di giunture e di paure, per esplorare, per bussare alla vostra porta emozionale, costringendovi ad aprirla. Ciò che sarà accaduto dopo è solo fra voi, Sylvie Guillem e Beethoven, ma se eravate fra le oltre duemila persone assiepate nella sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica di Roma la sera del 3 febbraio 2013, avrete bisogno di un veloce ripasso e io sono qui per questo. Seguite il link e mi raccomando, fatelo a finestre emozionali aperte ma chiudete quelle di vetro, altrimenti qualcuno si troverà a varcare un mondo di troppo.
Equilibrio – Festival della nuova danza
Dal 2 al 27 febbraio 2013 presso l’Auditorium Parco della Musica.
Per ulteriori informazioni:
http://www.auditorium.com/eventi/5456856
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