[IlLive] Asaf Avidan @Auditorium Parco della Musica, 16 Luglio 2013

di / 19 luglio 2013

Forse, se non fosse stato per il celeberrimo remix di “Recknoning Song” non ci saremmo goduti Asaf Avidan all’Auditorium Parco della Musica, nell’ambito della rassegna Luglio Suona Bene. Visto il talento pauroso, molto probabilmente il trentenne israeliano sarebbe arrivato alla ribalta comunque, abbandonando lo status d’autore di culto per pochi ascoltatori eletti. Fatto sta che dopo il successo di “One Day / Reckoning Song” e la fortunata apparizione sanremese, Avidan ha iniziato a farsi conoscere in maniera sempre più impetuosa. A supportarlo l’ultimo disco, Different Pulses, davvero notevole. L’album è il primo da solista per Avidan, dopo i tre composti con la band The Mojos.

Parlare di Asaf Avidan vuol dire anche parlare della sua voce. Tra Janis Joplin e un bluesman furioso. È stato soprannominato “l’angelo rauco”: quel timbro vocale sinuoso, a tratti isterico a tratti dolce, sicuramente unico e impressionante. Capace di riecheggiare nel cielo sereno della capitale ammaliando i presenti nella Cavea. Incentrato suDifferent Pulses, il concerto è un tripudio di sonorità elettro-pop, in cui si staglia marcatamente il tratto etnico, mediterraneo e multiculturale di Avidan.

Bastano pochi attimi dall’inizio, per capire che il cantante è di buon umore: parla e scherza con il pubblico. Si confessa e dialoga. Scherza con la band. Fedele al suo stile fatto di canotta bianca e bretelle, distilla perla di saggezza, accennando alla musica come filosofia e al palco di un concerto come un piccolo microcosmo umano. Intanto il talento impressionante – figlio dell’underground e di una formazione musicale pari a pochi – lascia intuire una cosa a tutti quanti: sarà un concerto magnifico.

Una dopo l’altra, ecco le perle di Different Pulses: “Setting Scalpels Free”, “Cyclamen”, “613”, l’omonimo brano del disco, “Love It or Leave It”.

Se ogni canzone vive nella sua natura live di energia e impatto, è merito anche della band strepitosa: specialmente per la pianista e cantante Liron Meshulam, il cui assolo vocale ha ammutolito l’intera Cavea.

Struggente l’esecuzione delle celeberrima “Reckoning Song”, il cui monologo introduttivo è senza dubbio il momento più toccante del concerto.

E alla fine, Avidan si toglie anche la soddisfazione di far saltare tutta la Cavea dell’Auditorium, chiudendo sulle note di uno sfrenato blues.

Insomma, il concerto dell’Auditorium ha permesso al pubblico romano di vedere dal vivo uno dei talenti più cristallini del panorama mondiale. Un songwriter eclettico e appassionato, originale ed emozionante. E poi, con quella voce, tutto è più facile…

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