“Adelante” di Silvia Noli
di Simone Schezzini / 13 febbraio 2014
«Il punto è che quando uno cerca lavoro, tante volte dovrebbe aver paura di trovarlo».
Assunta dalla Nebraska Surgelati senza sapere niente di pesce, né tantomeno di surgelati; occupata dietro al bancone di un bar di un Autogrill pur non avendo mai toccato una macchina da caffè; venditrice di prodotti turistici per la Godda Vacanze senza uno stipendio fisso in un villaggio turistico presentato come il paradiso ma molto più simile al purgatorio; cameriera ai piani in una splendida villa di Portofino dove capita che i ricchi ospiti smezzino la cocaina con il coltello del pesce; segretaria inesperta presso il reparto di Microbiologia in una palazzina situata all’interno del parco di un ospedale; massaggiatrice improvvisata in un centro relax dove uomini facoltosi dall’aria distinta chiedono l’happy ending.
Ricominciare da capo. Sempre, ogni volta. Andare avanti sperando che il domani sia meglio dell’oggi, nel lavoro come nell’amore, perché lei confida fortemente nel futuro. Quale giovane non lo farebbe? E quindi cambiare amici e case. Ma anche uomini. Prima Serge, poi Lucas, Riccardo e Rossano, cercando un equilibrio che non riesce mai a raggiungere.
Del resto il padre, un individuo collerico e privo di tatto, il giorno del diciottesimo compleanno l’aveva avvertita: «E ora sono cazzi tuoi. Io il mio dovere l’ho fatto. Mangiare hai mangiato, studiare hai studiato e inoltre non sei rimasta incinta. D’ora in avanti se vuoi drogarti è una tua responsabilità, se ti mettono incinta è una tua responsabilità e se fai qualche casino è te che verranno a cercare».
Responsabilità è una parola che mette ansia. Tutto dipende da te. Avere successo, costruire qualcosa, fallire. La responsabilità ti mette pressione. E la pressione non aiuta. Se non sei forte abbastanza, se non hai un equilibrio interiore rischi il tracollo.
Così, la protagonista di Adelante (Fazi Editore, 2014), romanzo d’esordio di Silvia Noli, corre, da un lavoro a un altro, da un ragazzo all’altro, da una casa all’altra ma in realtà non sa dove andare e quindi va sempre avanti. Apparentemente con grande leggerezza che potrebbe perfino sembrare, in un primo momento, superficialità. E invece no. Non è superficialità. È paura. Quella stessa paura che blocca molte persone. Che non fa fare loro ciò che desiderano, che non permette loro di amare e che le fa arrabattare e sopravvivere (invece di vivere).
Questo primo romanzo della giovane scrittrice genovese, intriso di grande umorismo ma anche, al tempo stesso, di pagine molto toccanti, riesce a offrirci un ritratto realistico della nostra epoca. Un tempo d’incertezze e di precarietà. Nel lavoro come nelle relazioni umane.
La bravura della Noli, definita dallo scrittore Riccardo Gazzaniga «l’Amelie Nothomb italiana», è di aver saputo affrontare aspetti così delicati dell’esistenza con grande leggerezza. Aprendo il suo profilo Twitter si legge: «Segretaria allo sportello, scrittrice esordiente, mamma single traslocante». E già si capisce quanto di Silvia ci sia in questa storia.
(Silvia Noli, Adelante, Fazi Editore, 2014, pp. 272, euro 14)
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