varie
I risultati del premio Strega
di Ornella Spagnulo / 8 luglio
Con 138 voti Edoardo Nesi (Bompiani) si è aggiudicato il premio Strega. Un risultato che non convince tutti, come accade da un po’ di anni a questa parte. Da quando a contendersi lo Strega e a vincerlo non sono più personaggi come Alberto Moravia, Ennio Flaiano, Anna Maria Ortese, bensì scrittori più o meno improvvisati o più o meno deludenti. Al secondo posto arriva la Veladiano con il suo romanzo/debutto La vita accanto, edito da Einaudi. E al terzo ecco Bruno Arpaia, con L’energia del vuoto, pubblicato da Guanda, potremmo definirlo un misto tra letteratura e saggio scientifico. Quarto è Mario Desiati con il romanzo Ternitti (Mondadori), realmente bello, che pure davano per favorito, e presentato da Asor Rosa. All’ultimo posto invece l’interessante libro di Luciana Castellina, edito da Nottetempo, un memoriale, La scoperta del mondo, che racconta gli anni della seconda guerra mondiale e l’immediato dopoguerra.
Che sia tutto architettato dalle grandi case editrici, o che i voti siano espressioni sincere delle preferenze dei lettori, detti anche gli “amici della domenica”, forse non è neanche la sede per poterlo dire. Occorrerebbero prove e controprove concrete, e non solo parole. Certo è che anche Nesi, in effetti, veniva dato per favorito fin da subito, con Storia della mia gente, storia di cinesi a Prato, dell’industria tessile, dei risultati della globalizzazione. L’anno scorso vinse Pennacchi con Canale Mussolini (Mondadori), e quest’anno lo si vedeva leggere i risultati e proclamare il vincitore. C’è da chiedersi piuttosto quali scrittori rimarranno, tra i vincitori dello Strega degli ultimi anni e tra i libri ready-made sfornati giornalmente dalle case editrici.
Esistono sempre meno autori, esistono sempre maggiori fenomeni commerciali. Lo Strega è un premio che ha sopravvissuto agli anni ma che ha cambiato pelle. Ma la società intera è cambiata, si sa. E anche la cultura, non è più a uso esclusivo dei “colti”, nobili o arricchiti che siano, anzi è merce che circola come il pane, ed ecco l’ultimo romanzo, ecco le grandi pubblicità. E la sostanza sfuma e vince sempre più spesso l’apparenza. Gli scrittori intellettuali, gli scrittori non rimaneggiati da editor ossessivi, gli scrittori con una precisa Weltanschauung esistono ancora? Gli scrittori che vorrebbero cambiare il mondo, i lettori che leggono per capire se stessi, esistono ancora? O non contano sempre di più le “storie avvincenti”, trame già sentite e digerite, i nomi già famosi per altri motivi, i lettori che vogliono solo perdere tempo? Questo, al di là dello Strega, ci sarebbe da chiederselo. Ma la serata di ieri si è consumata soprattutto tra liquori, buffet, vestiti d’alta moda e pochi applausi.