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Libri

Amabili resti Vs La quasi Luna

di Ilaria Caputo / 17 ottobre

«Mi chiamavo Salmon, come il pesce. Nome di battesimo: Susie. Avevo quattordici anni quando fui uccisa, il 6 dicembre del 1973».

Amabili resti, il romanzo di Alice Sebold che ha venduto oltre 10 milioni di copie in tutto il mondo, è la toccante narrazione di un omicidio. La voce narrante è quella di Susie, la vittima, stuprata e uccisa appena adolescente. Nonostante la gravità del tema affrontato, ciò che colpisce del romanzo è la mancanza assoluta di sentimentalismo: Susie racconta la sua storia dal paradiso con ritmo incalzante e avvincente, svelando, pagina dopo pagina, tutto l’orrore del suo triste destino. La lucidità del suo racconto, e la crudezza che ne consegue, è resa possibile e sostenuta da uno stile di scrittura molto razionale. La Sebold, così come dimostra l’incipit sopraccitato, non usa giri di parole, tantomeno introduzioni accattivanti, ma periodi brevi, netti, decisi, di carattere oserei dire; una scrittura che rivela senza indugiare, che mette a nudo l’anima dei suoi personaggi e smembra in modo analitico i fatti, esattamente come farebbe un serial killer infierendo sul cadavere della sua vittima, esattamente come farà il carnefice di Susie.

Medesimo stile, una commistione di crudeltà e debolezze dell’animo umano, è quello adottato dalla Sebold per il suo terzo romanzo, La quasi luna: «Alla fin fine, ammazzare mia madre mi è venuto facile. La demenza, via via che scende, ha un modo tutto suo di rivelare la sostanza della persona che ne è affetta. La sostanza di mia madre era marcia come l’acqua stagnante in fondo a un vaso di fiori vecchi di settimane».

Come in Amabili resti, il racconto è affidato in prima persona alla protagonista, Helen, la quale si trasformerà, forse non proprio suo malgrado, nell’assassina di sua madre, mettendo a nudo lacune affettive mai sanate e che, il lettore comprenderà, le hanno impedito di esprimere appieno l’amore per il marito e le figlie. Una donna monca nei sentimenti, fortemente disturbata e a tratti ingiustificabile, che, dopo l’assassinio della madre, compirà una serie di gesti insani, propri di una malata di mente. Impossibile amare Helen come Susie, impossibile apprezzare i due romanzi allo stesso modo: il primo porta con sé un bagaglio di amore puro, non violato che il lettore più facilmente comprende; il secondo è un tortuoso percorso nella psicologia di un personaggio particolarmente difficile, quasi impossibile da avvicinare, ma che, nella miseria della sua umanità, anche se non compreso, va pur sempre rispettato.