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Libri

“Ave Mary” di Michela Murgia

di Ilaria Caputo / 22 novembre

Ave Mary è un libro sulle donne e per le donne; non un romanzo, non un saggio, bensì un dialogo che l’autrice, forte dei suoi studi in Scienze religiose e della lunga esperienza maturata nell’Azione cattolica, istituisce con i suoi lettori, fornendo loro non pochi spunti di riflessione sull’immagine della donna che la Chiesa ha costruito e perpetrato nei secoli.

L’idea di cui Michela Murgia si fa portavoce è che la Chiesa abbia inventato un modello femminile assolutamente lontano dalla realtà. Non a caso il titolo del libro si fregia del nome di Maria, la madre di Gesù Cristo, il modello di perfezione femminile per eccellenza; ma tale perfezione stona e stride se solo si pensa che Maria, esattamente come tutte noi, è un essere umano fatto di carne e sangue e che, proprio per questa sua natura, naturalmente imperfetto. Da qui la necessità urgente di risarcire le donne, specie quelle di cultura cristiana, da sempre condannate a misurarsi con un modello effettivamente irraggiungibile e da cui far derivare le condizioni di subordinazione e imparità  contro le quali le donne hanno combattuto per secoli.

Scrive la Murgia:
«L’impianto ecclesiale rimane esclusivo appannaggio dei vecchi maschi nei quali si incarna (…) il principio petrino di von Balthasar. Alle donne non resta dunque che Maria, ma anche la Madre di Dio si rivela poco funzionale a sostenere un’immagine spiritualmente accettabile della vecchiaia femminile. Non esistono icone della Madonna vecchia. Maria è perennemente vergine, quindi perennemente ragazza.
Per questo motivo la Pietà di Michelangelo ci mostra un uomo defunto di trentatre anni in braccio a sua madre cinquantenne che ne dimostra surrealmente sedici: il genio dell’artista l’ha resa icona immutabile (…) lasciandola per sempre figlia del suo Figlio anche nell’aspetto fisico. Ma il lifting teologico (…) non è di nessun conforto spirituale alle donne che invecchiano avendo come unico riferimento lo specchio impietoso che le riflette».

Citando brani delle Sacre Scritture, analizzando l’iconografia cristiana o gli spot pubblicitari odierni, la Murgia insegna a leggere tra le righe, svelando i pregiudizi sottesi, volti a relegare l’essere femminile, ancora e tutt’oggi, a una posizione marginale nella nostra società.

Il libro che l’autrice offre è un buon libro, interessante e impegnativo dal punto di vista della lettura per ben due motivi: in primo luogo perché tocca temi delicati sui quali, non sempre e non tutti possediamo un buon grado di preparazione; in secondo luogo perché i medesimi temi richiamano in causa la storia personale di ognuno di noi, intesa come storia dell’educazione religiosa impartitaci sin da piccoli. La materia è ostica e delicata, non si può negarlo, e le conclusioni cui arriva ogni lettore non possono che essere molto personali e riflettere il proprio universo religioso e culturale. È per questo che è difficile pronunciarsi su Ave Mary dando un unico giudizio che ignori le difficoltà di un approccio del tutto imparziale. Si può solo ribadire l’estremo interesse di un libro che apre gli occhi su diversi aspetti dell’essere donna in questa società.