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Musica

“Campovolo 2.011” di Luciano Ligabue

di Piera Boca / 3 dicembre

 

Un disco che è un concerto. Un disco che fa rivivere l’adrenalina di uno spettacolo fuori dal comune. Un disco che ti fa tornare lì, a Campovolo, anche se non ci sei mai stato.

Questo è Campovolo 2.011, il nuovo album di Luciano Ligabue, l’ennesimo di una lunga serie e il quarto dal vivo. Tre cd, 32 brani di cui 3 inediti, che ripercorrono il concerto che è stato definito l’evento musicale dell’estate 2011 e che dà il titolo all’album stesso. Canzoni vecchie e nuove, come “Certe notti” e “Quando canterai la tua canzone”, solite e insolite, da “Non è tempo per noi”, fino a “Iduri hanno due cuori”; musica potente, come quella di “Balliamo sul mondo”, o leggera, come quella di “Ci sei sempre stata”.

Un disco intenso, come le voci di chi era a Campovolo a cantare a squarciagola, che fanno da sottofondo a molti brani; come i battiti delle mani dei fan che aggiungono ritmo alle canzoni; come gli assoli di chitarra elettrica dei diversi musicisti che si sono susseguiti sul palco: da “I ragazzisono in giro”, a “Viva”, fino a “Piccola stella senza cielo”, un brano che si trasforma ogni volta in un capolavoro grazie al particolare arrangiamento che l’ha sempre caratterizzato. Canzoni da sussurrare, come “Buonanotte all’Italia”, con l’immancabile tocco di Mauro Pagani e dei suoi strumenti, altre da gridare, come “Atto di fede”, una delle canzoni del Ligabue della maturità, fino a ad altre ancora da urlare, e qui indubbiamente basta citare “Urlando contro il cielo”.

E poi gli inediti, tre in questo album. “M’abituerò”, nel primo cd, è un pezzo non proprio così sconosciuto: è il racconto di una storia d’amore finita, di tutto quello che si porta dietro, che Ligabue scrisse più di venti anni fa, ed eseguì nel 1987 in un live a Correggio con gli Orazero; una canzone che è un crescendo di ritmi e strumenti. Poi c’è “Sotto bombardamento”, che Ligabue ha inciso dopo quattordici anni, ma che sa molto di attualità. Dall’arrangiamento insolito, è un pezzo veloce, rock, che ricorda i ritmi e i motivi di Sopravvissuti e Sopravviventi. Nel terzo cd troviamo l’ultimo inedito, “Ora e allora”, non eseguito al concerto di Campovolo, diversamente dagli altri due. È un brano che ritorna al Ligabue degli ultimi anni; un brano dall’atmosfera calda e delicata che racconta di come ci si trova di fronte alla vita che passa e che, con gli anni, impari a fronteggiare.

Energia e passione, forza ed emozione traspaiono da questo album, forse poco nuovo, ma che di certo rispecchia la fase dell’ultimo Ligabue, con uno stile non più dai contorni ben delineati, ma in un certo senso senza limiti, uno stile che oramai può solo essere definito multigenere.