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“Signorina Giulia” di Strindberg riletta da Malosti

di Francesco Bove / 23 febbraio

La scena si apre su un interno obliquo e rialzato, con diversi antri che ospitano stanze da letto, credenze, porte d’uscita. Grazie alla magnifica scenografia di Margherita Palli, Valter Malosti mette in scena la sua personale rilettura di Signorina Giulia di August Strindberg, testo sottoposto a censura nel 1888 e che racconta il tentativo di seduzione del servo Jean da parte della venticinquenne Julie, figlia del conte proprietario della tenuta dove si svolge l’intera vicenda. Jean, fidanzato con la serva Christine, una Federica Fracassi bravissima e morbosamente sensuale, ha l’occasione di dare sfogo a un desiderio da sempre represso e cede alle lusinghe della sua padroncina ma diventa carnefice di un gioco erotico condotto all’estremo. Malosti riadatta, secondo il suo stile personale, un testo sempre attuale, sul possesso carnale spinto fino al sadismo e alla morte. È la notte di San Giovanni e si dà una festa, di sottofondo si avverte il rimbombo di un ritmo da discoteca. Sin dall’inizio, il regista fa respirare al pubblico la tragedia, con rumori fuori scena, di stampo deliberatamente “beniano”, con una recitazione concitata e serrata e una scena affatto agevole. Il conte è una presenza solo invocata ma mai presente fisicamente: due stivali, posti al margine sinistro della scena, lo ricordano.

Due mondi a confronto, un tentativo distorto, quello di Julie, di avvicinarsi alla servitù attraverso l’arma immediata del sesso e un affronto, quello di Jean, una vendetta per essere nato servo, senza possibilità di riscatto sociale. Spinge al suicidio la Signorina Julie, dopo averne approfittato, ed è spietato, non ha rimorsi. È un essere riprovevole, ambizioso, viscido. Esce di scena senza un minimo di ripensamento e resta, alla fine, solo un alone di grigio e rosso e un vuoto, incolmabile, per un attimo riempito da una passione, annunciata come pericolosa ma che finisce per essere fatale.


Signorina Giulia
di August Strindberg
regia Valter Malosti
scene Margherita Palli
con Federica Fracassi, Valter Malosti, Valeria Solarino

In scena al Teatro Eliseo fino al 26 febbraio