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“L’uomo dei miei sogni” di Francesca Angeli

di Alfonso Santagata / 27 marzo

Metti tre amiche e un ragazzo. Quello che prima era il fidanzato di una di loro, Luisella, e che dopo essere stato lasciato senza preavviso si finge milionario in fin di vita. Ora poeta e amico personale del direttore del Premio Strega e ora intraprendente manager nel campo alberghiero. Nel primo caso per far colpo su Teresa, occhialuta e giovane scrittrice. Nel secondo caso per sedurre Sondra, donna in carriera senza carriera che si divide tra master e studi in giro per l’Europa col sogno di vivere di rendita su una spiaggia in Messico.

In una scena dove a dominare è un divano, luogo di incontro delle tre ragazze. Delle loro aspirazioni. Dei loro sogni. E soprattutto delle loro riflessioni attorno agli uomini, l’amore, le delusioni, le illusioni. In una parola Cosimo. Playboy o principe azzurro? Truffatore, simpatico bugiardo o machiavellico Don Giovanni? Ecco in sintesi L’uomo dei miei sogni, commedia scritta da Francesca Angeli e interpretata da Romina Delmonte (Luisella), Francesca Volpe (Teresa), Mara Gallinacci (Sondra) e Diego d’Elia (Cosimo). Commedia andata in scena dal 22 al 25 marzo al Teatro Agorà, zona Trastevere, e a metà mese anche a Bari, ospite della rassegna teatrale “The Actor” al Teatro Abelliano.

Si ride. Bravi attori, giovani, poco più che ventenni. Spontanei. Brillanti. I convinti applausi finali e il teatro pieno ogni sera sono la logica conseguenza di una commedia piacevole e leggera, ben scritta. Tanto che il finale aperto lascia in eredità un pensiero su tutti non appena ci si alza dalla poltrona: a quando L’uomo dei miei sogni 2?

La prima domenica di ora legale ritarda la discesa della notte su Roma. Una buona occasione per camminare, e perdersi, tra i vicoli di Trastevere con Romina Delmonte, 24 anni, pescarese, laurea in Giornalismo alla Sapienza con una tesi sull’autocensura. La passione per il teatro. Recitato e insegnato ai bambini della sua città un paio di fine settimana al mese.

Si parla de L’uomo dei miei sogni oltre quello che si è potuto vedere in scena. Il dietro le quinte, il cosa c’è dietro a uno spettacolo allestito da un gruppo di poco più che ventenni. Si parla di cosa vuol dire vivere e recitare in tempo di crisi. «Lo spettacolo è già andato in scena lo scorso anno. Una settimana per un totale di 400 persone. Ottimo per un teatro di 97 posti. Siamo riusciti a mettere anche qualcosa da parte. Ed è già un primo risultato considerando che autoprodursi vuol dire spese che si aggiriamo attorno i 4000 euro tra scenografie, costumi, l’affitto del teatro, il tecnico luci, il trasporto delle quinte, l’agibilità, la Siae, il regista, grafica, volantini. Fortuna che ci sono gli amici. Chi ci aiuta con la grafica, chi con il trasporto, chi con l’ufficio stampa».

Si continua a camminare per questo quartiere. Allo stesso tempo cuore della Capitale, con il Tevere a due passi e i pub che aprono alle sei del pomeriggio, come succede sulle rive del Tamigi, o a Birmingham, o a Manchester o in qualsiasi altra città, paese e villaggio del nord Europa.

Cosa vuol dire autoprodursi?: «Vuol dire andare ben oltre il semplice lavoro di attore. C’è la burocrazia, c’è da pagare la Siae e l’agibilità dello stabile, c’è da trovare una associazione che ti rappresenti come è successo per la rassegna barese. E ci sono tutta un’altra serie di problemi». Una pausa. Ma? «Ma dopo che sei stato in scena, tutto diventa un divertente prezzo da pagare. Far apprezzare un nostro prodotto dà soddisfazioni enormi». Soprattutto se arrivano anche gli applausi del pubblico.

Arriva così anche il tempo di una Guinness scura mentre il Tevere, e Roma, si illumina per la notte che in ritardo è arrivata.

 

L’uomo dei miei sogni
di Francesca Angeli
regia di Emilia Di Pietro
con Diego D’Elia, Romina Delmonte, Mara Gallinacci, Francesca Volpe

Andato in scena dal 20 al 25 marzo presso il Teatro Agorà di Roma.