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Libri

“La distanza”
di Colapesce e Alessandro Baronciani

Il cantautore Colapesce alle prese con la graphic novel

di Cristiana Saporito / 14 settembre

Nicola sguazzava nel mare come si fa dentro un letto. Sicuro, sereno nel suo utero d’acqua. Nicola nuotava meglio di quanto riuscisse a parlare. Per questo il suo nome iniziò a squamarsi. Cambiò suono, cambiò forma e diventò Colapesce. E soprattutto assurse a leggenda.

Nota in tutto il Meridione e riplasmata secondo i confini. In Sicilia i prodigi anfibi di quel ragazzino solleticarono le orecchie di Federico II di Svevia, che gli chiese di tuffarsi fino alla pancia più scura del fondo. Colapesce recuperò dal largo una coppa, poi una corona. E poi non riemerse mai più. C’è chi lo vuole inabissato ancora più giù, a sorreggere l’isola intera. Ma Colapesce è soprattutto un palombaro di storie. Un sommozzatore di meraviglie, che pesca avventure e risale in superficie per raccontarle.

Così ha fatto anche Lorenzo Urciullo, in arte appunto Colapesce, cantautore alla prima esperienza nel mondo del fumetto, con un lavoro elaborato a quattro mani con l’illustratore Alessandro Baronciani, intitolato La distanza (BAO Publishing, 2015). Protagonista, guarda caso, è Nicola, trentenne barcollante come tanti, impigliato in un rapporto che incespica, con la ragazza a Londra e lui in Sicilia. Nicola decide di raggiungerla, ma prima si concede un viaggio attraverso la sua terra e le sue amicizie. Che ovviamente lo condurrà molto più lontano del previsto, sfilacciando per strada la sua confusione, permettendogli di perdersi e poi di rifocalizzarsi, anche grazie agli incontri fortuiti. S’imbatte in Francesca e Charlotte, turiste e compagne di ventura con cui confrontarsi, sciorinando la sua vis polemica e ficcante d’isolano autentico.

Nicola è arguto, sottile, ironico, gonfio d’interessi e d’insoddisfazioni. Impegnato a esecrare l’ignoranza, a contestare le mode, per poi comunque non esserne immune. Pessimista e malinconico, grigio ma mai spento, come lo sfondo di molte scene, alternato a un azzurro avvolgente. Il loro tour è una continua riscoperta di bellezza, così forte che ottunde, che quasi ci si abitua.

Charlotte si sconvolge nel sapere che c’è gente capace di smaniare per infilarsi a Sharm El Sheikh quando abita già in Paradiso. Eppure è così e La distanza trafigge con la sua franchezza, col ritratto di una Sicilia impigrita, lamentosa. E avvezza a un letargico splendore, al punto di dimenticarsene. Colori intensi, contorni di un nero robusto, figure essenziali e ammiccanti, d’immediatezza pop. Corpi in primo piano e anche enormi silenzi. Tavole mute dov’è il paesaggio a dire la sua.

Questa graphic novel on the road calamita gli occhi per la sua semplicità, che non scarnifica il dettaglio ma con pochi segni sa tracciare un’atmosfera, il senso assolato e assoluto d’estate. Il caldo che assedia e pacifica, il mare che ridona la quiete mentre Nicola non fa che cianciare. Perché vomitarsi addosso parole è ciò che gli riesce di più. Sicuramente più di decidere, se restare o partire, se arrestarsi al presente o saltare all’ignoto. Se annusare braccia nuove o già conosciute. Come il plotone di ragazzi della sua generazione, svezzati d’illusioni e poi strattonati a dovere. Professionisti del bilico a mani legate. Che rinunciano a ruggire, che accarezzano solo il male minore. Che cercano «la verità negli amori di serie B, nei negozi che un tempo volevano incendiare», come recita una canzone inchiodante di Colapesce, prima leader del gruppo Albanopower.

E La distanza condensa questa nota autocritica e una tenue amarezza, insaporite di granite, fichi d’india e pezzi degli Smiths, con odori che
oltrepassano la carta. Un’incertezza cronica, quasi materna, in cui ci troviamo spesso a nuotare e da cui quindi non siamo affatto lontani.

Per chi non l’abbia già fatto, leggere La distanza è un modo per esplorarsi ancora. E tenersi addosso, almeno per mezz’ora, un brandello d’estate.

(Colapesce, Alessandro Baronciani, La distanza, Bao Publishing, 2015, pp. 200, euro 16)

LA CRITICA - VOTO 7,5/10

Prima incursione di un cantautore nell’universo della graphic novel. Racconto per immagini sincero ed efficace, da consumarsi come un viaggio di stagione, che semina risposte inaspettate e offre la visione di una sicilia indolente e fascinosa.