Musica
“Minor Victories” dei Minor Victories
di Alessio Belli / 6 luglio
Ve lo dico fin da subito: sapevo che Minor Victories sarebbe stato un grande album ancora prima di ascoltarlo. No, non posseggo doti di preveggenza e non ho avuto nessuna soffiata da chi era già informato sulla vicenda. Ho semplicemente letto le notizie sulla collaborazione e con quei nomi chiamati in causa mi sono subito entusiasmato. All’appello abbiamo: Stuart Braithwaite dei Mogwai alla chitarra, Justin Lockey degli Editors alle chitarre e parti elettroniche, Rachel Goswell degli Slowdive e Mojave 3 alla voce e il film–maker fretello di Justin, James Lockey al basso. Uniteli e avrete un supergruppo battezzato Minor Victories e l’annessa prima fatica discografica omonima uscita il 3 giugno 2016.
La formula è semplice nell’impostazione e perfetta negli esiti: ogni musicista ha portato le sue doti, le proprie caratteristiche, miscelandole alle perfezione con quelle degli altri “colleghi”, creando un contesto sonoro davvero prezioso e importante e se amate gli Slowdive e contate i giorni sul calendario nell’attesa del loro annunciato ritorno, sarete molto lieti di ascoltare quanto sia ancora ammaliante ed emozionante la voce di Rachel Goswell.
In Minor Victories l’ascoltatore riesce a perdersi fin da subito nel vortice di questi brani suggestivi e coinvolgenti, prodotti in maniera impeccabile da Tony Doogan. “Give Up The Ghost” è l’inizio perfetto: batteria pulsante, voce soffusa e poi l’arrivo delle chitarre a sfociare nell’abbraccio caldo del ritornello. Di seguito, la base elettronica ci introduce “A Hundred Ropes”, il primo singolo e annesso video rilasciato dalla band. Pezzo notevole in cui spiccano anche gli archi. E poiché non c’è due senza tre, ecco quella che a mio avviso è la canzone simbolo di Minor Victories , e molto probabilmente il pezzo più bello (sicuramente il mio preferito): “Breaking My Light”, brano dalla struggente bellezza e dall’impatto immediato. Brividi.
E per non farsi mancare nulla il nostro supergruppo ha coinvolto due guest di caratura molto alta: James Graham dei Twilight Sad per duettare in “Scattered Ashes (Song For Richard)” e un certo Mark Kozelek. L’ex–Red House Painters e attuale Sun Kil Moon spezza la composizione sonora del disco con la scarna e intensa “For You Always”.
Minor Victories si chiude con due pezzi molto lunghi in cui la matrice showgaze prende il sopravvento, ovvero “The Thief” e “Higher Hopes”. Finito l’ascolto, non si può non rimanere estremamente appagati dal risultato attenuto dalla combriccola Braithwaite–Lockey–Goswell. Con classe e estrema intelligenza questi musicisti hanno messo a completa disposizione la loro bravura immensa riuscendo a combaciarlo con le esigenze e le particolarità degli altri membri, fornendo un disco dove le singole peculiarità rimangono intatte ma si riesce comunque a percepire la linfa di un progetto nuovo e diverso. Un supergruppo per un superdisco, insomma. E noi non possiamo che essere estremamente lieti.
LA CRITICA - VOTO 7/10
Il supergruppo con membri degli Editors, Mogwai e Slowdive non poteva non fare grandi cose insieme e Minor Victories è proprio questo: un gran disco. Ascolto vivamente consigliato!