Libri
“Mr. President” di Fernando Masullo e Andrea Bozzo
I 45 presidenti americani come non li avete mai visti
di Lorenzo Lazzerini / 12 giugno
Qui non troverete i contenuti di una riforma agraria, i piani di sostegno alle industrie o quelli militari della storia statunitense. Piuttosto scoprirete che l’unica guerra dichiarata da Eisenhower fu quella agli scoiattoli che devastavano il campo da golf della Casa Bianca, oppure che il presidente rimasto in carica per meno tempo è anche quello che ha fatto il discorso d’insediamento più lungo. In Mr. President (CasaSirio Editore) la storia americana resta sullo sfondo. I protagonisti sono proprio coloro che l’hanno fatta, raccontati con uno sguardo biografico, attraverso aneddoti e dettagli originali.
Fernando Masullo, cronista politico e corrispondente dagli Stati Uniti per la Rai dal 1988 al 1998, ha condensato in 180 pagine la vita dei 45 inquilini della Casa Bianca, da George Washington a Donald Trump, raccogliendone gli aspetti meno conosciuti e integrandoli con le illustrazioni di Andrea Bozzo. Un mix tra divulgazione, ironia e abilità grafica in cui ogni elemento è funzionale all’altro. Perché la vita di Theodore Roosvelt non sarebbe la solita senza l’illustrazione che lo ritrae con un orsacchiotto di pezza sulle ginocchia, e l’immagine che mostra John F. Kennedy con la camicia macchiata di rossetto parla più di cento descrizioni.
Il libro è uscito il 20 gennaio 2017, in concomitanza con la cerimonia di insediamento di Donald Trump, ma la storia di Mr. President nasce da lontano e prima di diventare un libro attraversa una lunga “campagna elettorale” che comincia nell’estate del 2015, come racconta l’autore, Fernando Masullo.
«Questo progetto nacque due anni fa in Sardegna, al festival “Sulla Terra Leggeri”, quando uno degli organizzatori, Flavio Soriga, mi chiese di inventare delle storie a tema. Così proposi diversi argomenti, come “la sfiga” o “la macchina del fango”, e il risultato fu imprevedibile positivo. Da lì mi venne l’idea di raccontare i presidenti americani in un modo divulgativo, ma capace di far sorridere. Ho scelto di creare una storia raccontata dalle storie, non dalla politica. Così sono nate le piccole biografie che raccontano il prima il durante e il dopo di ogni presidente,e vi assicuro che per alcuni di loro il “durante” (cioè la permanenza alla Casa Bianca) è stato il momento peggiore della propria vita».
Prima di diventare Mr. President, i racconti sui presidenti americani sono comparsi a puntate in una tappa di avvicinamento verso le elezioni presidenziali americane del 2016.
«Ho Iniziato a pubblicare i racconti sul Venerdì di Repubblica come un countdown verso le elezioni e ricavarne un libro è stata una naturale conclusione, sostenuta dal direttore Mario Calabresi, che ha scritto la prefazione. Ho avuto difficoltà nel trovare una casa editrice per la pubblicazione, perché Mr. President è un libro che esce dagli schemi e non è facile inserirlo all’interno di una collana. La giovane realtà di CasaSirio invece ha raccolto il progetto. Posso dire che quella con la casa editrice e con l’illustratore Andrea Bozzo è stata una serie di incontri fortunati, tra persone che hanno la stessa sensibilità».
Masullo racconta la storia dei presidenti statunitensi senza quello stile agiografico che probabilmente appesantirebbe la descrizione della vita di quarantcinque uomini. Grazie alla capacità di concentrarsi sul dettaglio e sfumare la storia è invece capace di incuriosire anche chi non è interessato alle cose della Casa Bianca. Un esempio? La vicenda di William Henry Harrison, presidente per un solo mese nel 1841.
«Fu candidato dai democratici contro il presidente uscente Van Buren, ma durante la campagna elettorale venne preso in giro. Harrison, che aveva già 67 anni, veniva dipinto come “un vecchietto che vuol fare il presidente e che dovrebbe tornare nella sua casetta nei boschi da pioniere a bere sidro”. In realtà lui non aveva una casetta nei boschi, ma una villa di 16 stanze, però un genio della comunicazione dell’epoca pensò bene di sfruttare a suo favore il fatto di essere considerato un uomo dalle origini umili e popolari. Perciò lo mandarono in giro a fare eventi elettorali con boccali di legno a forma di casetta, da dove tutti bevevano sidro, e gli raccomandavano di non parlare, perché era un pessimo oratore. Così Harrison viene eletto nel 1840, si prende la rivincita, si chiude nella sua villona e prepara quello che diventerà il più lungo discorso d’insediamento della storia, per la cerimonia del 4 marzo 1941. A questo punto però un altro genio della comunicazione gli consigliò di dimostrarsi forte, ed Harrison tenne il suo discorso di presentazione lungo due ore senza mantello e cappello, anche se nevicava e faceva un freddo terribile. Un mese dopo morirà di broncopolmonite».