Libri
Essere tutto il mondo di qualcuno
A proposito di “Biloxi” di Mary Miller
di Daniele De Cristofaro / 9 giugno
«La mia era sempre stata una vita tranquilla, insignificante, ma ora basta!» Louis Mc Donald, il protagonista del romanzo di Mary Miller, Biloxi (Edizioni Black Coffee, 2020), è un pensionato sessantenne a cui non rimane ormai quasi nulla da perdere: abbandonato dalla moglie, considerato dalla figlia poco più di un estraneo, trascina le sue giornate bevendo birra e guardando discutibili reality alla tv.
Ma un giorno, per un caso bizzarro, nella sua vita fa capolino Layla, una cagnetta meticcia un po’ sovrappeso e scossa da frequenti e inspiegabili conati di vomito, ma che sembra fornire a Louis un pretesto per ricominciare una nuova vita, qualcosa come un’altra chance.
E di cose ne succedono, ma più che di avventure si tratta di vicissitudini che porteranno il protagonista, dopo la comparsa di Layla, a confrontarsi nuovamente col mondo, con le persone che incontra, con i suoi familiari e soprattutto con se stesso.
Il cambiamento sostanziale nella vita di Louis assomiglia più a un rivolgimento di prospettiva, che getta nuova luce sui rapporti umani e sulle infinite possibilità: «A quanto pare nella vita c’era molto di più di quanto mi fossi immaginato, e l’avevo scoperto grazie a un cane». Con Layla al suo fianco, per la prima volta il protagonista non si sente sotto il tiro di giudizi e critiche sprezzanti riguardo alla somma delle sue manchevolezze: come marito, come padre, come uomo.
Sotto lo sguardo disinteressato dell’animale, lo stesso Louis riesce a guardare più chiaramente dentro di sé e a valutare la sua vita con onestà, soprattutto per cercare di superare i sensi di colpa che lo incatenavano a una monotonia ormai quasi priva di significato. Sensi di colpa legati al passato, fondati sulla convinzione di essere stato sostanzialmente una delusione su tutti i fronti.
Ma ora, grazie a Layla, sembra essere arrivato il tempo della totale trasparenza e autenticità: «Non c’era bisogno che le dicessi che non avrei mai amato nessun’altra o che per lei sarei morto volentieri. Però potevo dirglielo, e sarebbe stata la verità. Con un cane era facile. Non l’avrei mai delusa. In quel momento sentii di non aver mai amato nessuno come lei».
Allo stesso tempo, agli occhi di Louis si fa sempre più evidente invece l’ambiguità stridente che caratterizza e inficia i rapporti umani, gli appare così chiaro come le persone si rendano infelici a vicenda proiettando sul prossimo il peso dei giudizi che non possono esimersi dall’emettere, a cominciare dalla famiglia: «Avevo avuto accanto delle persone, prima una famiglia e poi un’altra, ma c’erano stati talmente tanti problemi tra i singoli membri che non eravamo mai sembrati un gruppo, solo un insieme di individui che tentavano di non pensare ai propri grattacapi sottolineando i difetti e le colpe degli altri».
Adesso, però, sembra potersi finalmente mostrare e donare a un essere che non lo giudica e che lo accetta nella sua totalità, incondizionatamente e addirittura con gratitudine: «Non ero mai stato tutto il mondo di qualcuno».
Sarebbe facile e scontato allora, se non addirittura banale, venirsene fuori col trito luogo comune che gli animali, i cani in particolare, ti danno un amore puro e disinteressato accettandoti semplicemente per quello che sei, meritandosi così più stima di tanti esseri umani.
Ciò che invece riveste un’importanza cruciale è il metro di paragone che noi stabiliamo grazie a questi compagni di vita e che rimanda al rapporto che abbiamo coi nostri simili: «Layla era una contraddizione vivente come molti di noi, forte in certe cose e debole in altre. E talvolta certe debolezze somigliavano solo a debolezze ma in realtà erano punti di forza».
Riconosciuta maestra della prosa minimalista americana, Mary Miller ci tratteggia un personaggio che non può non attirare la simpatia del lettore, col suo stile di vita che ricorda un po’ Bukowski per la sua trasandatezza ma soprattutto per la lucida e sconsolata schiettezza, quella di un uomo battuto ma non necessariamente sconfitto, ancora capace di apprezzare la vita per quel che può offrire e ancora in grado di valorizzare i rapporti umani, e non solo.
(Mary Miller, Biloxi, tra. di Leonardo Taiuti, Edizioni Black Cofee, 2020, pp. 304, euro 15, articolo di Daniele De Cristofaro)