Cinema
“Quasi amici” di Olivier Nakache e Eric Toledano
di Elisa Coniglio / 26 aprile
Quasi amici, titolo originale Intouchables, è una commedia francese, uscita a febbraio nelle sale italiane, che ha riscosso un notevole successo sia in patria che qui da noi, tanto da essere ancora presente in molte sale.
Il film racconta una storia realmente accaduta e per certi versi molto drammatica, ma riesce a farlo con leggerezza e con sense of humor. La regia è di Olivier Nakache e Eric Toledano. Le parti dei due protagonisti della vicenda sono affidate al Omar Sy (premio Cesàr come miglior attore) e a François Cluzet.
Il titolo ha un che di grezzo e colloquiale, complice probabilmente anche la trasposizione italiana, ma la dice lunga sul contenuto del film. Griss (Omar Sy) è un ragazzo nero, disoccupato e appena uscito di prigione, vive in un banlieue parigina con la sua famiglia allargata che stenta ad andare avanti. Philippe (François Cruzet), invece, è un facoltoso signore, rimasto paralizzato a causa di un incidente, in più è solo e vive nel più completo cinismo e nella totale assenza di speranza. Philippe ha costante bisogno di cure mediche e assistenza e l’arrivo del giovane e rumoroso Griss, con la sua carica di vitalità, darà una scossa alle sue giornate, lo aiuterà ad alleviare le sue sofferenze e ad affrontare con coraggio la sua situazione di disabile.
Un incontro che evolverà verso un’intimità e una profondità che a prima vista sarebbero sembrate inimmaginabili, e che porterà i due personaggi a diventare quasi amici, appunto. Quasi, perché amici non è la parola adatta, non risultano infatti di facile definizione alcuni tipi di legami, forse perché non esiste una parola idonea a caratterizzare tali miscugli di sentimenti. Ciò che si instaura tra i due protagonisti non è un rapporto di amicizia, ci assomiglia, ma non lo è e non può esserlo, se non altro perché prima di tutto vi è un rapporto di subordinazione lavorativa. Ciò che i registi hanno deciso di rappresentare e che colpisce lo spettatore è innanzitutto la disparità e la diversità di due esistenze che si vengono a incontrare. Disparità generazionale, disparità economica, disparità fisica e caratteriale, disparità etnica e storica. Il paragone, che si rende necessario, fa apparire più salienti i tratti dei due personaggi, li rende più evidenti e unici. I due opposti però decidono di completarsi, di non rimanere ognuno segregato nel proprio universo, ma di prendere dall’altro ciò che di buon loro stessi non hanno, sempre nei limiti di quanto è possibile.
Il film è una profonda riflessione sulla vita e sulle sue spesso dolorose sorprese, tuttavia i toni e l’andamento con cui questa riflessione è portata avanti non sono mai cupi e deprimenti, anzi sono comici e divertenti. Un invito – facile a dirlo, forse un po’ più difficile a farlo – a prendere tutto con maggiore ironia e semplicità.