Libri
“Eresia pura” di Adriano Petta
di Sergio Baiocchi / 12 gennaio
È da qualche anno che siamo assaliti più del normale da romanzi pseudo-storici che ricamano narrativa di intrattenimento su tematiche e fatti presumibilmente accaduti nel corso dei secoli. Romanzi i cui antesignani sono Il Codice Da Vinci e Angeli e demoni di Dan Brown, ma forse ancor prima i celebri Il dio del fiume e Il settimo papiro di Wilbur Smith.
Poi capita che esce un libro come Eresia pura (La Lepre edizioni, 2012), che invece un fondamento di storicità ce l’ha davvero e rischia però e comunque di finire nel calderone. Ed è un proprio un peccato. Soprattutto se compone l’interessante “trilogia sul libero pensiero” insieme a Ipazia e Roghi fatui.
Il terzo libro – anche se in realtà è il primo dei tre, già edito dai tipi di Stampa Alternativa – del romanziere, saggista e studioso di storia della scienza Adriano Petta, ci riporta indietro di molti secoli, precisamente a un’afosa estate del 1207, quando Giordano Nemorario, giovane converso del monastero di Nemi, assiste, non visto, a un colloquio sconvolgente tra due personaggi di non poco conto: Papa Innocenzo III e Armand-Amaury, abate di Cîteau. Argomento dell’incontro è la necessità di estirpare i Catari dalla Provenza, mediante una crociata contro gli “eretici”, in cambio di reciproci favori e concessioni.
Un banale incidente fa sì che il giovane venga scoperto. A questo punto non gli resta che una fuga precipitosa, il più lontano possibile: ha inizio così il suo “calvario”. Il fatto notevole è che egli non è un povero giovane ignorante, bensì uno studioso, appassionato di matematica e amante della conoscenza.
Egli ha saputo dal colloquio che il papa ha consegnato ad Armand-Amauri libri preziosi, contenenti fondamenti della scienza profana e rivoluzionaria, secondo la Chiesa, e quindi non vanno divulgati, ma custoditi gelosamente da mani fidate. Giordano, per tutta la vita, cercherà ossessivamente quei volumi, consapevole dell’importanza della conoscenza e memore delle parole che, in sogno, egli ha udito indirizzare da Anania, antico maestro del 600 d.C., al discepolo Aser: «Se il cammino della scienza non fose stato interrotto da Roma e dal Cristianesimo ci sarebbe stata una civiltà diversa, migliore, libera».
Beziers è il luogo dove Giordano si rifugia, al servizio di un mercante ebreo. Qui ha modo di avvicinarsi ai Catari, di cui impara ad apprezzare l’integrità e lo spirito di carità. Ma dovunque regnano incertezza e timore: tutti sanno che Innocenzo III porterà a termine il suo piano, a ogni costo.
La trama, di per sé avvincente e non priva, a tratti, di pathos, si accompagna a un tipo di scrittura fluido, elegante e armonioso. Tali elementi, insieme con il susseguirsi delle vicende personali e storiche, magistralmente amalgamate, riescono a tenere vivo, c’è da giurarci, l’interesse del lettore dall’inizio alla fine. Davvero consigliato per chi ama il genere del romanzo storico ma che non ne può più di avvenimenti mistificati e di misteri inventati a tavolino.
(Adriano Petta, Eresia pura, La Lepre edizioni, 2012, pp. 318, euro 22)