Libri
La collana Vie di Keller
di Cristiana Saporito / 22 marzo
Spesso, all’interno di una casa editrice, le collane servono per diversificare zone del dire e del sapere. Sono i nomi assegnati ai distretti, gli organi che insieme pompano il battito di tutto quel mondo. Oppure, come in questo caso, possono richiamarsi intimamente. Essere quasi l’una l’espansione dell’altra.
Il progetto di Keller editore, su cui ci siamo incentrati questo mese, verte su due sole collane: PASSI e VIE. Ed è già possibile intuire quanto intimo sia il loro legame e quanto sia incessante il gioco di dialoghi e rimandi. Quanto quindi una strada s’imbocchi soltanto impastando chilometri e quanto, per conoscerla davvero, serva segnarla coi propri piedi, sporcando le scarpe, sparpagliando le proprie impronte.
La collana VIE rappresenta perfettamente questa visione. Una collana che raccoglie perle dissimili, sconfinando in generi vicini alla letteratura, come il reportage, un vero intreccio di sentieri narrati.
I suoi testi sono piccoli ritratti preziosi, come suggerisce la stessa veste tipografica. Formato tascabile 13×18, di rado superiore alle 200 pagine, copertina raffinata e ridotta all’essenza, guarnita solo con i dati irrinunciabili. Fotografie minute cucite al centro della cornice pastello, proprio come un prodotto artigianale, a ricordare l’attenzione costante su ogni singolo titolo. Le firme appartengono principalmente all’area est e mitteleuropea, con presenze di scrittori in lingua inglese e spagnola. I primi testi a comparire nel 2005 sono Voci di fiume, raccolta di autori vari, e Crescere è un mestiere triste, di Santiago Roncagliolo.
Si prosegue con Bogopol di Raúl Arévalo e Little girl lost di Richard Aleas. Attraversando scritture intense e originali, come quella di Aglaja Veteranyi, anima gitana e circense morta suicida poco prima di vedersi pubblicata, o quella della tedesca Angelika Overath, apparsa prima con Giorni vicini e da da poco con Pesci d’aeroporto, diciannovesima e più recente uscita.
Sguardi sull’altrove, punti di vista e di parola trasversali, inediti e mai banali, in cui spiccano il Premio Nobel Herta Müller e Eduard Márquez, finalista del Premio Llibreter. Collezioni di orme e di passaggi, nomi insoliti e coraggiosi che tracciano un percorso. Nomi e realtà scelti da chi conosce e ama il rischio costante di raccontare un cammino. La mappa di una storia e gli odori dei viandanti.
Ovviamente passo dopo passo.