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“Il re non ha sonno” di Cécile Coulon
di Elisa Cianca / 17 settembre
Il re non ha sonno di Cécile Coulon (Keller, 2013) è la storia di Thomas Hogan, «il figlio maledetto»: «Aveva avuto tutto quello che un bambino, tutto quello che un uomo può sognare per cominciare la vita col piede giusto».
Cécile Coulon è l’autrice di un romanzo spietato, i cui personaggi segnati da un ineluttabile destino sembrano non avere scampo e sono condannati all’infelicità e alla disperazione dal momento in cui entrano in scena. La scrittrice francese è al suo terzo romanzo, il primo pubblicato in Italia, e dà prova di una forte personalità e una profonda conoscenza dell’animo umano. Dalla scrittura essenziale e dallo stile deciso traspare la lucida analisi di personaggi tormentati, misteriosi, oscuri che restano impenetrabili fino al calar del sipario.
Al centro della narrazione troviamo Thomas bambino, adolescente e infine uomo, protagonista di un Bildungsroman in cui passa attraverso varie esperienze fondanti: la morte violenta del padre, il rapporto simbiotico con la madre, l’amicizia con Paul, suo compagno di scuola e successivamente rivale in amore. È un romanzo di formazione al contrario, nel senso che ogni ostacolo incontrato conduce a un’involuzione progressiva di Thomas. Egli infatti, confrontandosi con la realtà, invece di imparare a vivere, rinuncia a poco a poco alla vita stessa. «Thomas restava seduto sulle scale, all’ombra. I capelli di gommina gli davano l’aria triste di un clown a fine carriera […] il suo modo di restare in disparte, il suo sguardo, il minimo suono, in lui c’era qualcosa di suo padre, un cattivo sangue che gli scorreva nelle vene: la schiuma prima di un temporale».
Tutto scaturisce da un rapporto padre-figlio non vissuto, una specie di groviglio che non riesce a sciogliersi e che emergerà come un intrico a ogni difficoltà incontrata.
Il romanzo è ambientato nella provincia americana, in un villaggio chiamato Haven, i cui abitanti sono proprietari terrieri. Di Hogan padre «si diceva aveva più soldi di quanti un operaio qualsiasi avrebbe potuto guadagnare in una vita». Proprio questo luogo incantato, omofono della parola heaven, richiama il dolce suono del paradiso decantato agli occhi del lettore: «davanti a lui si stendeva un paradiso in terra». Nella tenuta degli Hogan vive ogni specie animale: gli uccelli fanno il nido, le volpi preparano la tana, le cerve si abbeverano nello stagno (e pensiamo al richiamo biblico della cerva nel Cantico dei Cantici), i girini danzano sul pelo dell’acqua.
Alcuni personaggi sono addirittura paragonati agli angeli, angeli veri caduti dal cielo come Donna, o quelli ribelli, che nascondono «un’anima più scura di un sacco di carbone fresco».
In realtà a uno sguardo attento non può sfuggire che su quella stessa terra edenica Hogan padre, uomo rude e infaticabile lavoratore, si consuma, la moglie Mary passa «la maggior parte del tempo a spezzarsi la schiena: spianava, piantava, strappava, tagliava, puliva ogni appezzamento di terreno».
Il re non ha sonnoè un dramma, una vera tragedia greca che comincia dalla cornice con le voci del villaggio che riecheggiano nel ruolo dell’antico coro greco: «Non c’era alcuna ragione perché questa storia finisse così». Al villaggio, tutti conoscono la storia di Thomas, eroe tragico, responsabile di un crimine. Thomas è un mistero, un racconto da condividere e sul quale confrontarsi, fare supposizioni. Thomas è un enigma insoluto e il suo silenzio contrasta con la curiosità morbosa di conoscere ogni particolare più raccapricciante della storia. La vera colpa di Thomas è non saper distinguere il bene dal male. Le scelte che compie non sembrano dettate da alcun principio: ha davvero la capacità di scegliere? Il suo agire sembra guidato da un determinismo per il quale lo stesso temperamento del padre pesa sul suo animo come una tara.
(Cécile Coulon, Il re non ha sonno, trad. di Tatiana Moroni, Keller, 2013, pp. 155, euro 14)