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“Sherlock”: la terza stagione

di Alessio Belli / 26 febbraio

[L’articolo contiene spoiler su una stagione inedita in Italia]

Come ci avesse lasciato Sherlock Holmes nell’ultima puntata della seconda stagione ne avevamo parlato qualche mese, fa nell’articolo tutto dedicato a The Reichenbach Fall. Con toni a dir poco concitati, vista la mole di intensità e bellezza. Con aspettative altissime, l’attesa per la terza stagione è stata accompagnata da quel dilemma ossessionante che tanto ci aveva scosso: come ha inscenato Sherlock la sua morte? La risposta arriva di schianto nelle prime immagini di The Empty Hearse, ed è stupefacente: peccato che Watson ancora non sappia nulla.

Il fedele assistente del consulente criminale di Baker Street nonostante abbia una felice relazione da un po’ di tempo, ancora non riesce a togliersi dalla testa quel momento terribile in cui i suoi occhi si imbattono in Sherlock in bilico sul cornicione di un palazzo, pronto a buttarsi. Nonostante la drammatica ferita, è pronto a chiedere alla compagna di sposarlo: l’invito a cena è calcolato alla perfezione, peccato che Sherlock abbia deciso di tornare…

Aiutato dal fratello Mycroft (interpretato dallo stesso sceneggiatore e produttore Mark Gatiss), Sherlock Holmes viene richiamato dalla missione segreta poiché Londra è sotto minaccia terroristica. Ma prima bisogna riappacificarsi con lo sconvolto Watson.

Da qui, il meraviglioso giocattolo chiamato Sherlock, ingrana la marcia e non si ferma più. Tutti i pregi che l’hanno contraddistinto ed elevato rispetto alla concorrenza vengono confermati: Cumberbatch e Freeman sono due attori di calibro internazionale e nonostante i tantissimi kolossal a cui prendono parte, non hanno lesinato amore e passione nel rivestire ancora una volta i panni di Holmes e Watson. Tra di loro un feeling incredibile, ormai punto fermo nella riuscita del serial. La regia si conferma innovativa e visivamente accattivante. La sceneggiatura è perfetta e implacabile: un’ora e venti di puntata che volano in un soffio.

Decisamente epica la seconda puntata, The Sign of Three: il matrimonio di Watson con annesso Sherlock come testimone di nozze forniscono uno spassoso mix di ironia, commedia e crime. Davvero fantastica.
 


Come il gran finale di His Last Vow, dove la nemesi rimasta nell’ombra per i primi due episodi finalmente si manifesta in tutta la sua ripugnante cattiveria. Per non parlare dei segreti che nasconde la signora Watson. E proprio quando sembra tutto finito e un profondo senso di malinconia s’appresta ad avvolgere l’animo dello spettatore, ecco un colpo di scena/shock: forse Sherlock non è stato il solo a inscenare la sua morte.

Arrivato alla terza stagione, Sherlock dal punto di vista qualitativo si dimostra senza ombra di dubbio tra le migliori serie in circolazione. La complessità dei personaggi, la profondità dei loro rapporti e le infinite sfaccettature dei loro comportamenti, fanno sì che questa serie sia capace di muovere l’ago della bilancia nella spietata battaglia tra format Uk e Usa. Altre spiegazioni o complimenti risulterebbero ridondanti, considerando che sono già state elencate in passato in questa medesima sede: se ancora non l’avete vista, recuperate il prima possibile. Non ve ne pentirete. Anche perché si parla di una quarta serie pronta per fine 2014.