Libri
“Mammut” di Antonio Pennacchi
di Fernando Bassoli / 18 febbraio
Il sito Anonimascrittori.it – sempre molto frequentato, il suo forum – informa che la Mondadori, mica pizza & fichi, ha ristampato “Mammut”, vale a dire il primo lavoro di Antonio Pennacchi (forse non tutti sanno che il film “Mio fratello è figlio unico” è la trasposizione cinematografica del suo romanzo “Il Fasciocomunista”).
Il notevole successo dell’opera risultata vincitrice dell’edizione 2010 del Premio Strega (“Canale Mussolini”) e il vivace dibattito culturale da essa scaturito hanno evidentemente consigliato l’editore di riproporre all’attenzione del pubblico la prima pietra della brillante produzione narrativa di uno scrittore che ha lentamente conquistato uno spazio, che pare di rilievo, nel contesto della narrativa italiana contemporanea.
La tematica posta al centro di “Mammut” è quella del lavoro, con le inevitabili lotte sindacali per la difesa dei relativi diritti, troppo spesso calpestati dalla logica del profitto a tutti i costi. Ma è doveroso segnalare che la ristampa esce proprio nei giorni in cui la ex Fulgorcavi, azienda di Latina diventata poi Alcatel-Nexans, ha chiuso i battenti: ed è questo un segno tangibile dei tempi di crisi che stiamo attraversando e che tutti ben conosciamo.
Nella prefazione Pennacchi ricorda le difficoltà degli esordi e i molti rifiuti ricevuti, ma evidenzia anche la tenacia mostrata nel riproporre numerose volte il testo, rivisto e corretto all’infinito…
Per i concittadini di Pennacchi – lo sono anch’io – abituati a leggerlo su “Limes” o anche su alcuni giornali locali, come il settimanale “La Piazza” o il Quotidiano on line “Parvapolis”, è stato assai stimolante osservare il percorso che lo ha portato, un passo dopo l’altro, a pubblicare per i più importanti editori.
Il nostro non ha solo il merito, indiscutibile, di avere raccontato la storia della sua/mia città: Latina, e quindi dell’attività di bonifica delle paludi pontine, ma anche di avere dimostrato coi fatti, cioè con un impegno costante, che è possibile fare letteratura ad alto livello anche vivendo in provincia.