Me lo merito o no, un bel regalo? Sì, lavoro! Tanto, pure. Me lo merito. Anzi, due: me ne faccio due. E cerco, per buona parte della mattina, le due cose che voglio: un appendiabiti (e mi scopro manzoniano: si dice attaccapanni, in commercialese) e un trolley (e mi scopro filo-yankee: si dice… si dice?! In italiano non si dice: trolley. Sorry about that, Ale).
IKEA, Carpisa. Poi si vedrà, con comodo. Missione compiuta.
A cose fatte consegue di norma riflessione. “Ah però!, ho desiderato la resa per panni delle due polarità dell’esistere umano!”. Spiego: panni appesi sa di casa(-base), stabilità (famiglia?); sa di “Ciao Amore sono tornato!”. Il trolley invece sa di Erasmus, di check-in online, di un salto a Parigi o Amsterdam dall’amico fico-fico che lui sì, lui se n’è andato via con lui (capita) o con lei (più raro, di questi tempi).
Polarità. Panni appesi, come le scarpette (o le palle) al chiodo, vs. panni piegati: in bell’ordine, sotto vanno i pantaloni, le camicie mi raccomando per ultime sennò si stropicciano. Tre cambi, massimo quattro, che tanto più di un weekend lungo non si fa. Sennò finiscono le cose da fare, da vedere. E ci si annoia, poi, pure a Parigi o Amsterdam. Mica vorrai stare in casa, no? No no, usciamo. Tanto ha le rotelle, non mi dà nessun fastidio.
Casa è un’altra cosa. Ma non piace più. Chi lo passa ancora il suo tempo / A guardare i tramonti e vederli cambiare? Tutti in giro, al finesettimana (per i puristi, intredima). A frizzare d’amicizia e novità. Per sagre. E cibi biologici.
Casa è un’altra cosa. Casa è “Sali, dai, che ci facciamo una cosa al volo”. Casa è “C’è disordine ma non badarci, sono tornato or ora dall’ufficio”. Ma non piace più.
Meglio sbattersi in giro. A rincorrere le mostre nelle Capitali Europee (c’è chi lo fa, giuro), o gli scampoli di un’adolescenza chiusa all’anagrafe ma non sigillata dalla maturità e dall’evoluzione dei comportamenti.
Ci sono case di miei coetanei in cui gli attaccapanni sono vuoti e tristi come alberi strapazzati dall’autunno. Mi mancano gli attaccapanni carichi all’inverosimile, in cui potevi vedere appesa e dedurla la costituzione del nucleo familiare: il piumino deve essere del papà, il paltò della mamma, quelle due o tre macchie di colore con le braccine corte corte, lì ai pomelli più bassi, di chi sono?
Carrellata. Epifania: oh mio Dio. Oh Santo Iddio. Le case dei single l’attaccapanni non ce l’hanno. Giurerei sul trolley.
Un indizio non fa prova, ma la deduzione è buona e me la gioco: io tra trolley e singletudine comincio a ravvedere gli estremi di una concatenazione causa-effetto. Se sei pronto a scappare da casa tua, non ci vorrai mai nessuno dentro. Casa tua, e basta.
Tristezza infinita. Rivolta:
Permutasi trolley intonso con attaccapanni/appendiabiti da usarsi a massima capienza scopo ripristino priorità coerenti con età anagrafica e tradizione culturale.
No perditempo.