Il self publishing, Amazon e l’editoria nazionale
di Francesco Coppola / 23 dicembre 2011
Ecco i fatti: ai primi di dicembre, Amazon annuncia l’opportunità per autori ed editori di usufruire del sistema Kindle Direct Publishing, cioè della possibilità di rendere disponibili i propri libri sul Kindle Storeitaliano.
In questo modo, chi decidesse di pubblicare con Amazon vedrebbe spalancarsi le porte di un mercato enorme, non solo italiano ma mondiale. Il self publishingattraverso il Kindle Direct Publishingpermette infatti di raggiungere tutte quelle nazioni che hanno già stretto accordi commerciali con Amazon (oltre un centinaio), e quindi di affacciarsi su un mercato potenzialmente smisurato.
Fin qui tutto bene.
È infatti un’altra la novità più accattivante che all’aspirante scrittore viene offerta da Amazon: la ripartizione delle royalty. Se finora l’autore di un testo cartaceo poteva vedere nella quota del 10% di ricavo un sogno irraggiungibile, adesso Amazon garantisce, di un libro digitale, un guadagno del 70% sul prezzo di copertina senza IVA (escludendo tuttavia dal conto le spese di trasmissione dati). Un’enormità. Soltanto il 30% rimarrebbe nelle mani del colosso yankee. La società fondata da Jeff Bezos ritiene quindi che il cliente, scrittore/lettore, sia da favorire. Il “credo” sarebbe quello di mettere il consumatore al centro del sistema, facendolo sentire protetto e tutelato. Un sogno per quanti hanno sempre desiderato pubblicare un libro o leggere spendendo poco e avendo una possibilità di scelta incredibilmente ampia. È però anche una mossa che permetterebbe ad Amazon di monopolizzare il mercato.
Come possono, allora, gli editori italiani restare inerti a guardare mentre il gigante decide di entrare nel settore editoriale offrendo ad aspiranti scrittori la possibilità di varcare la soglia della pubblicazione a bassissimo costo e senza l’obbligo di un controllo editoriale sui contenuti?
Se poi lo stesso Amazon decide di offrire guadagni (potenziali) che nessun altro può garantire, la partita per il controllo del sistema librario digitale sembra finita prima ancora d’iniziare.
Ma la situazione non è così semplice. Già adesso in Italia la quota di lettori è incredibilmente misera. Tutti gli studi del settore evidenziano come nel nostro paese si legga poco, nonostante ogni giorno vengano pubblicati circa 160 titoli, fra cui un centinaio di novità. Peccato che il 60% circa di tutti questi testi non venda mediamente nemmeno una copia. Aggiungere quindi ulteriori testi attraverso il mercato a basso costo degli eBook potrebbe, secondo alcuni, portare al completo blocco di un mercato già di per sé saturo. Ovviamente in una situazione come quella italiana, dove l’editoria cartacea è gestita da 5 grandi gruppi che si spartiscono il 63% del fatturato totale, la nuova via dei testi digitali potrebbe essere un’opportunità da non sottovalutare per tutti gli altri. La spinta di Amazon, da questo punto di vista, potrebbe aiutare a far nascere e sviluppare un nuovo settore che gli editori nostrani non sembrano in grado di far maturare da soli. Il lato negativo è che Amazon sta attuando una politica che nel futuro gli permetterà di avere il monopolio, o quasi, di tutto il compartimento librario elettronico. Grazie alla sua operazione volta a incoraggiare il self publishingpotrebbe un giorno legare a sé sia i clienti/scrittori sia i clienti/lettori. Tutto questo sarebbe prodotto anche dalla scelta di utilizzare formati digitali proprietari protetti con cui creare eBook, che verrebbero poi legati indissolubilmente ai lettori Kindle prodotti dalla casa stessa.
Il rischio maggiore per gli editori nostrani è che, se mai il mercato dei testi digitali dovesse prendere il via, questo sarebbe inevitabilmente connesso ad Amazon, senza alcuna possibilità di scalfirne il potere. La soluzione caldeggiata da molti è quella di contrastare l’enormità di testi che Amazon renderebbe disponibili ai suoi clienti con prodotti di qualità, che attraverso il passaparola eluderebbero le capacità pubblicitarie del gigante americano permettendo la nascita di un sotto-mercato librario che, sebbene con mezzi limitati, potrebbe sopravvivere e magari svilupparsi floridamente.
Staremo a vedere…
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