[Trend] “Cock” di Mike Bartlett
di Nicoletta La Terra / 24 marzo 2012
In questi giorni, al teatro Belli di Roma, si sta svolgendo la XII edizione di “Trend – nuove frontiere della scena britannica”, rassegna ideata e curata da Rodolfo di Giammarco, che mette in scena, per la prima volta nella capitale, testi assolutamente inediti in Italia della giovane drammaturgia inglese. Si tratta di un’operazione di grandissimo interesse che porta inevitabilmente lo spettatore a fare un raffronto con l’agonizzante scrittura teatrale italiana, da anni fossilizzata su vecchie dinamiche, incapace di rinnovarsi e di trarre linfa vitale dall’urgenza della contemporaneità.
Cock, di Mike Bartlett, nella frizzante traduzione di Noemi Abe, racconta la storia di John, giovane omosessuale che, frustrato nell’intimo da un compagno soffocante e insicuro, si lascia sedurre da una ragazza che incontra tutti i giorni durante il tragitto in metro per andare a lavoro. Lei s’insinuea nella sua vita come una fresca brezza primaverile. Un vento leggero e piacevole che arriverà però a sconvolgere, come un uragano, le sue certezze e la sua fragile psiche. John si trova così inavvertitamente catapultato nel tumulto delle sue emozioni più intime, nell’ambivalente essenza dell’io, fatto di un maschile e un femminile in apparente lotta e per nulla intenzionati a lasciarsi sopraffare l’un l’altro.
La messinscena è essenziale, pulita: spogliata degli elementi scenografici a dare forma alle cose e agli ambienti solo le luci che disegnano sul pavimento un rettangolo, un ideale ring su cui si stagliano, definiti, i corpi degli attori, il loro pensiero scolpito in un lessico fluente ed efficace. Non ci sono musiche: i cambi di scena sono anticipati da brevi spazi di silenzio e dalle uscite dei corpi dal rettangolo di luce. Tutto ciò che non riguarda la parola, i dialoghi serrati tra gli attori è superfluo, non serve nient’altro che il linguaggio a dare forma e vita alle emozioni contrastanti che albergano nell’animo del protagonista. Il suo “io” scisso tra la certezza di una relazione già esistente e solida e un’altra nuova e assolutamente indeterminata va ben oltre l’essere eterosessuale o omosessuale: è la scelta di essere se stessi, al di là di una categoria, al di là di una distinzione di genere. I due partner di John, che non a caso non hanno un nome, altro non sono che i due lati della stessa medaglia, i due emisferi in cui è scissa la sua natura più profonda: dovere e piacere, serietà e leggerezza, sense and sensibility. Il dramma è chi e cosa vuole essere veramente John, quali le sue vere aspirazioni del cuore?
Merito della regia e degli attori è saper trasmettere l’impellenza di questa domanda con tanta chiarezza da suscitare nello spettatore l’emozione stessa che interrogativi simili portano con sé, emozione che inevitabilmente lo accompagnerà fin fuori dal teatro. Se gli altri spettacoli della rassegna sono all’altezza di questo, meglio non farseli sfuggire. Le domande non sono mai abbastanza.
Cock
di Mike Bartlett
regia di Silvio Peroni
traduzione di Noemi Abe
con Margot Sikabonyi, Enrico Di Troia, Fabrizio Falco, Jacopo Venturiero
Lo spettacolo, in scena il 23 e il 24 marzo, fa parte della rassegna teatrale “Trend – nuove frontiere della scena britannica”, fino al 30 marzo al teatro Belli di Roma.
Per maggiori informazioni:
http://www.teatrobelli.it/
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