“Tintoretto”: Jacopo Robusti alle Scuderie del Quirinale
di Francesco Bove / 26 marzo 2012
Jacopo Robusti, detto Tintoretto, fu un pittore atipico e, sicuramente, il più anticonformista del suo tempo. Autore prolifico, capace di riprendere le visioni innovative di Tiziano trasformandole, soprattutto nell’uso della prospettiva. Un uomo che dedicò l’intera sua vita alla pittura, capace di produrre veri e propri capolavori in pochissimo tempo senza mai divenire un mercenario: un caso eclatante sono i dipinti della Chiesa della Madonna dell’Orto a Venezia che lui eseguì senza compensi ma solo per un “impegno di fede”. Fu anche per quest’aspetto uno dei pittori più chiacchierati del suo tempo e la mostra, in programma fino al 10 giugno alle Scuderie del Quirinale, a Roma, racconta, in maniera precisa, la sua vita artistica, attraverso quaranta capolavori selezionati da Vittorio Sgarbi.
La prima opera, che si staglia nello spazio della sala numero uno, imponente, è il bellissimo “Miracolo dello schiavo”, un vero e proprio capolavoro visivo, con l’apparizione improvvisa di San Marco su di uno schiavo, riverso a terra, sfinito per le torture subite poiché sorpreso dal padrone a venerare le reliquie del santo. Sembra un film con le sue dinamiche precise – sensazione che si avrà per tutta la durata della mostra – , è un cerchio che avvolge chi si appresta a guardare l’opera, tutto è teso verso il centro della scena, cioè verso lo schiavo: San Marco che scende in volo a salvare il servo, il movimento della folla che sgomita per vederlo, un attimo dopo l’aguzzino che mostra alla folla gli strumenti di tortura spezzati dal santo. Un quadro dal forte impatto emotivo, dalla vocazione teatrale, dove tutto è studiato fin nei minimi particolari, a partire dall’effetto luce-ombra che domina l’intero quadro.
La mostra, ben organizzata, suddivide le opere del Tintoretto a seconda dei temi trattati e offre una raccolta di quadri provenienti dalla National Gallery di Londra, come nel caso di “San Giorgio uccide il drago”, o addirittura da Vienna, se ci riferiamo a quel capolavoro d’arte profana di “Susanna e i vecchioni”. Anche qui, il Tintoretto sospende l’azione, si può solamente intuire quel che accadrà dopo. Seguiamo Susanna, la sua mano affusolata, la carnagione chiara, probabilmente una giovane donna ricca, a giudicare dai gioielli posti ai suoi piedi, che si sta apprestando a fare un bagno. Intanto, celato dietro a un muro di rampicanti, c’è un vecchio disteso che, in compagnia di un altro “vecchione”, posto in altra posizione, sta spiando la giovane fanciulla. Tintoretto mostra il momento prima della violenza pensata e orchestrata dai due uomini ed è geniale nel rappresentare tutta l’avidità e il luridume dei due che non vedono l’ora di scaraventarsi sulla ragazza.
Ma è anche l’animo ritrattista del Robusti a incuriosire, soprattutto con i suoi due autoritratti, il primo, posto a inizio mostra, ce lo mostra giovane, con lo sguardo acceso, pieno di vitalità. L’ultimo, posto significativamente a fine percorso, lo rappresenta vecchio, stanco, vissuto ma con la tenacia che l’ha sempre contraddistinto. In mezzo, c’è tutta la sua poetica, la libertà creativa del genio che si può soprattutto ritrovare nei quadri commissionati dalla Scuola Grande di San Marco e dalla Scuola Grande di San Rocco. Finalmente Roma riesce a spiegare al grande pubblico la grandezza di quest’artista rendendogli il giusto omaggio con un’esposizione importante e di prestigio.
Tintoretto
dal 25 febbraio al 10 giugno 2012, Scuderie del Quirinale, Roma
Orari: domenica-giovedì 10-20, venerdì e sabato 10-22.30.
Ingresso: intero € 10, ridotto € 7.50
Per ulteriori informazioni:
http://www.scuderiequirinale.it/categorie/mostra-001.html
Comments