“Quelle mani” di Carmela Cammarata
di Antonella Finucci / 28 maggio 2012
Una copertina davvero bella, semplice e delicata, con i riflessi delle fiamme delle candele in primo piano. A un primo impatto mi ha trasmesso una sensazione di purezza e di serenità. E invece dovevo aspettarmi, mea culpa, il peccato dietro la candela accesa.
Quelle mani, secondo romanzo di Carmela Cammarata, è un libro che parla di peccato dalla prima all’ultima riga, in cui il peccato non è solo un tema di fondo, ma quasi sembra materializzarsi fino a finirti addosso, come un macigno pesantissimo.
La storia è costruita tutta intorno alla protagonista, che appare, a un primo e superficiale sguardo, fastidiosa e saccente per la sua malvagità ostentata, quasi fosse un vanto aver peccato ininterrottamente per una vita intera.
Eppure, questa donna così complicata, egoista e spietata, ci proietta di fronte a un mondo che è un po’ comune a tutti, ci costringe a fare i conti con una parte nascosta, oscura, che alberga dentro ognuno di noi. Quella parte che non vorremmo mai vedere e che tentiamo di sopprimere ma che sappiamo di possedere, tutti; che sappiamo che esiste.
Per questo ci risulta così difficile non sentirci coinvolti almeno in parte nella storia di questa donna, Zlata, decisamente condannabile, deprecabile ma non lontana da noi. Questo è sicuramente il punto di forza del romanzo ed è da qui che nasce tutta l’intensità di queste pagine che si lasciano divorare: un incastro magistrale che costringe a misurarci con il male, con una dimensione che preferiamo ignorare.
«Oh Signore, perché mai hai voluto sottopormi ad una prova tanto dura? Lo so. So di peccare ma ti chiedo perché ancora io, di nuovo me. Ora».
Si narra dunque a ritroso la storia di questa donna, ormai vecchia, che ripensa alla sua vita trascorsa raccontandola a un prete, cercando forse assoluzione. Proprio lei che ha una morale del tutto distorta, secondo la quale ha sempre difeso le proprie scelte, palesemente sbagliate, e le proprie cattiverie.
Un romanzo tanto duro quanto affascinante che, con una scrittura molto particolare e sicuramente audace, capace di tenere il lettore incollato al libro dopo uno spaesamento iniziale in cui si intrecciano i punti di vista dei vari personaggi, riesce a catapultarti oltre la linea d’ombra, dove non puoi fare a meno di “ripensarti”.
(Carmela Cammarata, Quelle mani, Del Vecchio Editore, 2012, pp. 152, euro 14)
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