“Se ti abbraccio non aver paura” di Fulvio Ervas

di / 10 luglio 2012

«Impreco, ma lo amo. Non so di cosa sia fatto questo amore. Credo che nessun genitore possa rispondere facilmente a questa domanda. A volte è sepolto. A volte è semplicemente sentire la vita che ti attraversa: è partita da un punto, tu la prendi in consegna e la passi a qualcuno».

Una storia commovente e avvincente ma, soprattutto, una storia vera. Andrea e Franco, un figlio e un padre, e un viaggio speciale in America: Stati Uniti prima, Guatemala, Panama e Brasile poi. Franco decide di partire per far “vivere” Andrea. Un viaggio che scorre tra ricordi e dettagli: la vita di Andrea fatta di rituali e di piccoli gesti ripetitivi come sminuzzare la carte, il suo esprimersi attraverso i colori, il suo comunicare con i genitori scrivendo parole sul computer. Primo fra tutti i ricordi, la diagnosi del dottore, che piomba come un macigno sulla vita tranquilla di Franco: Andrea è autistico.

«Andrea mi scuote, mi rovescia le tasche, cambia le serrature delle porte».

Questo ragazzino ripete solo alcune parole, quando una cosa gli piace dice che è bella e ogni tanto abbraccia qualche sconosciuto (da qui il titolo, bellissimo), soffre e lo dice lui stesso in alcuni dialoghi al computer, ma la sua sensibilità è la sua bellezza, la sua rarità. Per questo Andrea rovescia le tasche, abbatte le difese.

E per entrare nel mondo di Andrea, in quel mondo di delicatezza e di piccole cose, il padre decide di partire per un viaggio che non ha meta, la rotta si sceglie liberamente durante il cammino.

«Il mondo di Andrea non si può comprendere con un unico sguardo, con una sola vita. Dovrò rinascere e seguire Andrea altre mille volte prima di capire i suoi gesti eleganti, il loro mistero».

In loro compagnia il lettore viaggia per tutta l'America, potrebbe addirittura capitare di ritrovarsi a consultare la cartina geografica e dire: là ci andrò. Perché con uno stile semplice e pulito, ma non per questo poco curato, l’autore ti trasporta con sé, in un viaggio che è più di un viaggio: entri nelle loro vite, non puoi farne a meno. E non puoi fare a meno di emozionarti, di ridere e piangere su queste righe, di riflettere. Sulla diversità e sulla normalità. 

Perché Andrea deve diventare come “gli altri”? Chi può sapere se sarà più felice o se non lo sarà?

Questo viaggio ci ricorda quant’è bello il vento che ci accarezza il viso, il rumore del mare, il silenzio della natura che ci permette di ascoltare la nostra anima. Questo viaggio lascia il segno.

«Funziona che la vita sta tutta sotto una grande curva a campana, con al centro disturbi e ai lati stravaganze di ogni sorta. La vita è diluita nel mezzo e troppo densa ai lati… La vita è imperfetta, ma ha una sua forza»

 

(Fulvio Ervas, Se ti abbraccio non aver paura, marcos y marcos, 2012, pp. 320, euro 17)

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