“Tavole miracolose” a Palazzo Venezia, Roma
di Silvia Leggio / 20 novembre 2012
Fino al 15 dicembre la Sala Regia di Palazzo Venezia ospiterà la mostra Tavole miracolose – Icone medioevali di Roma e del Lazio del Fondo Edifici di culto, occasione unica e preziosa per poter osservare e apprezzare sin nel dettaglio opere che nelle sedi originarie si negano a una visione così ravvicinata. Nonostante la loro imprescindibile importanza sotto il duplice profilo religioso e storico-artistico, le quattordici icone esposte, tutte di proprietà del Fondo Edifici di Culto e afferenti a un periodo che va dal VI al XIV secolo, hanno ottenuto in passato solo una scarsa e saltuaria visibilità, il più delle volte imposta dal loro carattere di oggetti sacri e quindi inamovibili dai loro luoghi di origine. Alcune di esse sono qui portate in mostra per la prima volta (è il caso della “Madonna della Catena”), un merito che si va ad aggiungere a quello altrettanto significativo di aver riunito un patrimonio assolutamente centrale nella storia sacra e artistica di Roma e del Lazio. Alla valorizzazione si è peraltro accompagnata esemplarmente un’attività di tutela, dal momento che, per l’occasione, sono stati intrapresi interventi di restauro su alcune delle tavole esposte, migliorando la loro leggibilità e offrendo quindi nuove prospettive di studio. Il percorso proposto da Giorgio Leone, curatore della mostra, si articola in quattro sezioni, che riescono efficacemente a dialogare tra di loro, grazie all’ideazione di una duplice direttiva tematica e cronologica.
La mostra si apre con la più antica immagine mariana di Roma, l’“Imago antiqua” di Santa Francesca Romana: datata al VI secolo, è testimonianza preziosa del periodo pre-iconoclasta, di quei secoli cioè che precedono la violenta lotta alle immagini scaturita dalla mal tollerata iconodulia degli iconofili. L’“Imago antiqua” fu recuperata verso la metà del secolo scorso sotto lo strato pittorico di una tavola di uguale soggetto, la “Madonna del Conforto”, accanto alla quale viene qui esposta per la prima volta.
“Imago antiqua”
La mostra prosegue, in sequenza cronologica, con un gruppo di icone che costituisce il primo tentativo di ricostruire la serie della tipologia iconografica dell’Avvocata, la Madonna dei romani per eccellenza per tutto il Medioevo. A illustrarne gli sviluppi e la diffusione sono stati riuniti cinque esemplari medioevali dei nove conosciuti sul territorio laziale, coprendo un arco cronologico che va dal VII secolo alla metà del XIII. Dalla “Madonna di San Sisto”, prototipo delle Avvocate, secondo la leggenda cominciata da San Luca e poi miracolosamente completata da mano angelica, si arriva alla “Madonna delle Grazie” di Tivoli, passando per opere di una certa notorietà come la “Madonna della Ara Coeli”. La loro presenza in un’unica sede rappresenta un fatto unico e permette di rendere fruibili analogie e differenze, spesso impossibili da cogliere nelle chiese di pertinenza.
“Madonna di San Sisto”
Una digressione dal discorso cronologico è offerta dall’“Altarolo di San Gregorio Magno”, proveniente dalla basilica di Santa Croce in Gerusalemme. Tra le ante di questo reliquiario troneggia un’icona del Cristo a micromosaico ed è in virtù di questa peculiare coesistenza che il valore di immagine e quello di reliquia vengono a sovrapporsi in quest’oggetto. Caratteristica, questa, che ben introduce il discorso sviluppato nell’ultima parte del percorso espositivo, spostando l’attenzione sul processo che ha portato alla sostituzione del culto delle reliquie con quello delle icone e, contestualmente, all’associazione di queste ultime all’altare. La mostra si chiude infatti con un gruppo di sei tavole che sintetizza il passaggio dall’icona alla pala d’altare, trovando una conclusione ideale nella tavola con San Francesco di Ripa Grande, esemplificativa di un tipo nuovo di immagine nel culto occidentale.
Le opere si dislocano in sequenza sulle quattro pareti della Sala Regia, lasciando grande libertà di movimento allo spettatore che può agevolmente istituire confronti o al contrario zoomare sul particolare e preferire una visione, per così dire, da lente d’ingrandimento: possibilità che può forse sembrare scontata ma che non sempre la natura degli spazi espositivi riesce effettivamente a concretizzare.
L’allestimento, pensato da Romina Cianciaruso e Cristina Nuccitelli, focalizza l’attenzione sulle singole opere, che, sebbene disposte in continuità, invitano a un approccio come esperienza personale, senza tradire quindi la loro natura cultuale. La sala è infatti riportata a un grado di assoluta essenzialità sia attraverso il rivestimento delle pareti con pannelli di colore scuro sia attraverso l’illuminazione quasi esclusiva delle sole icone: queste, protette da teche, possono così offrirsi alla vista in una dimensione intima e austera, che ne esalta il valore spirituale, oltre che artistico, all’origine della loro concezione. La loro prima determinazione è quella di appartenere al culto, un aspetto che non si tralascia di mettere in risalto dedicando, nei pannelli didattici, la giusta attenzione al legame di queste tavole con la devozione romana.
L’icona è in primis immagine sacra: è immagine che presenta l’impresentabile, forma concreta della potenza divina, spazio al confine tra il visibile e l’invisibile, «porta regale», come la definiva Florenskij, che si dischiude sulla dimensione spirituale. Senza alcuna ostentazione retorica, la mostra è riuscita a preservare l’intimo carattere sacro delle tavole esposte (“miracolose” per l’appunto) facendolo convivere con il loro pregio artistico: tanto lo studioso quanto l’appassionato cultore della materia vi troveranno un’occasione irripetibile per un contatto diretto con opere che secoli di devozione hanno relegato sulle sommità di inaccessibili altari, troppo lontani per appagare le giuste esigenze dell’occhio.
Tavole miracolose – Icone medioevali di Roma e del Lazio del Fondo Edifici di Culto
Dal 13 novembre al 15 dicembre 2012 a Palazzo Venezia – Sala Regia, Roma.
Per ulteriori informazioni:
http://bit.ly/PZwLvC
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