“La ricerca del legname” di Marino Magliani
di Federica Imbriani / 22 gennaio 2013
Quello della “letteratura animale” è un genere che nella storia della nostra cultura ha avuto rappresentanti davvero illustri, tra tutti ricordiamo il George Orwell de La fattoria degli animali e Natsume Sōseki con Io sono un gatto. Della collana ZOO ||| Scritture animali, forse creata immaginando di inserirsi in questo ricco filone, vi abbiamo parlato qui.
L’undicesimo titolo della collana è La ricerca del legname di Marino Magliani, che dedica il proprio talento ai topi proponendo un racconto che è tutt’altro che una fiaba, e che si inserisce come un piccolo e particolarmente ben riuscito esercizio di stile, da un lato, nel novero delle opere che hanno come protagonisti i negletti roditori, si ricordino Maus: A Survivor’s Tale, graphic novel di Art Spiegelman, e Firmino di Sam Savage, e, dall’altro, nel genere hard boiled più classico di Raymond Chandler e Dashiel Hammet.
Fernando è un investigatore privato, ex poliziotto e, per inciso, topo di fogna. L’universo nel quale si svolge la sua vita è marcio e buio, ma Fernando ha gli strumenti per sopravvivere, per sentirsi a suo agio tra strade e quartieri che hanno tutto di umano, e, soprattutto per indagare, seguire le tracce, per inseguire Rudy, un trafficante di pregiatissimo legname, la cui ricerca gli viene affidata da una mater dolorosa che risalta vividamente nonostante le siano dedicati solo pochi tratti di penna. Cercando inutilmente conforto dall’ombra di Pepe El Tira, già collega e maestro in polizia e ora mito assente, il protagonista intraprende una ricerca che lo porterà dapprima al Tombino, soglia tra il noto mondo di sotto, e lo sconosciuto e luminoso mondo di sopra, e poi fino ai limiti anche di quest’ultimo, dove i riferimenti sono tutti invertiti.
Questo racconto noir al contrario, che conduce il suo protagonista progressivamente verso una luce maggiore, piuttosto che in sordidi sobborghi, porta con sé anche spunti di riflessione particolari sulla volontà dell’individuo di cambiare. In un contesto di omologazione totale non c’è malattia peggiore che quella di volersi distinguere, quindi quella che affligge alcuni dei topi della comunità non può essere che una sindrome, una mutazione indotta dalla psicosi che li trasforma in altre specie di roditori solo per condannarli presto a morte certa, e quella che conduce Fernando non è solo una ricerca, ma anche un richiamo a tornare alla ragione, alla gabbia.
La ricerca del legname è un racconto estremamente valido. Godibile e sorprendente per la capacità dell’autore di fare della società dei topi un’allegoria della società umana e per la bravura con cui Magliani affronta il genere hard boiled senza volerne forzare le chiavi alla ricerca dell’originalità a ogni costo. Questo piccolo racconto è di quelli che vale la pena leggere ma, soprattutto, ha il pregio di far nascere nel lettore la curiosità di approfondire, da un lato, la bibliografia dell’autore e, dall’altro, i titoli dell’intera collana.
(Marino Magliani, La ricerca del legname, :duepunti, 2012, pp. 64, euro 6)
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