[SongList] Musica e Storia (terza parte)
di Valerio Torreggiani / 29 marzo 2013
C.S.I. – “Linea Gotica”
Questo splendido brano è esplicitamente dedicata alla memoria di alcuni eventi e personaggi della resistenza al nazifascismo nell’Italia centro-settentrionale durante la fine della Seconda Guerra Mondiale. La Linea Gotica fu la linea difensiva istituita nel 1944 dal Feldmaresciallo tedesco Albert Kesselring, comandante in capo delle operazioni nel Mediterraneo, nel tentativo di ritardare l’avanzata degli Alleati verso il Nord Italia. La linea difensiva si estendeva dall’attuale provincia di Massa e Carrara fino a Pesaro e serviva a Kesselring per attuare la sua tattica di ritirata combattuta, attuata fin dai primi sbarchi Alleati in Sicilia, per infliggere al nemico il maggior numero di perdite possibili. La Linea Gotica attraversava l’Italia per oltre trecento chilometri di terreno prevalentemente montuoso, il che permise ai tedeschi di concentrare la resistenza sui pochi valichi appenninici: in questo modo le truppe angloamericane furono bloccate per svariati mesi, subendo numerose perdite, fin quando, nel settembre del 1944, il fronte nazista venne rotto sul versante adriatico, mentre continuò a resistere fino alla primavera dell’anno successivo nella parte dell’Italia centrale.
Il brano si apre ricordando la Repubblica partigiana di Alba, dove le truppe partigiane il 2 novembre del 1944 furono sconfitte dalle forze della Repubblica di Salò: «Alba la presero in duemila il 10 ottobre – recita Ferretti citando il racconto di Beppe Fenoglio I ventitré giorni della città di Alba – e la persero in duecento il 2 novembre dell’anno 1944». La Linea Gotica diventa poi il centro della narrazione dei C.S.I., teatro della guerra partigiana per la liberazione dal nazifascismo, dove «la mia Piccola Patria sa scegliersi la parte»: si intrecciano così nel testo le vicende dei partigiani che nella zona romagnola ebbero un ruolo essenziale nella lotta al nazi-fascismo. Vi sono riferimenti a figure storiche come il partigiano Germano Nicolini, conosciuto col nome combattente di Comandante Diavolo, e Giuseppe Dossetti, il «Monaco ubbidiente», prete cattolico e antifascista che fu Presidente del Comitato di Liberazione Nazionale di Reggio Emilia.
The Clash – “The Guns of Brixton”
Tra il 10 e il 12 aprile 1981 scoppiò il primo dei grandi scontri tra la polizia metropolitana londinese e gli abitanti, per la maggior parte immigrati afro-americani e caraibici, del sobborgo di Brixton. Gli anni Ottanta furono un periodo di grave crisi economico-sociale per il Regno Unito e le misure anti-recessive del governo della Thatcher inasprirono enormemente la situazione, con tagli alla spesa sociale che andarono a peggiorare le condizioni di vita della parte più povera della popolazione. Nel medesimo 1981 sempre il governo della Thatcher, al fine di combattere la piccola criminalità, lanciò la cosiddetta operazione “Swamp 81”, che consisteva in un inasprimento dei controlli di polizia, anche in borghese, su chiunque potesse avere in qualche modo l’aria sospetta. Inutile dire che questo divenne un facile espediente per stressare ancora di più la situazione e portare al cosiddetto «Bloody Saturday» dell’11 aprile del 1981, quando gli scontri si conclusero con oltre 300 feriti, 100 auto date alle fiamme e almeno 150 edifici danneggiati. Da sottolineare che il brano dei Clash è del 1979 ma, forse già presagendo l’evoluzione degli eventi, denunciava le condizioni socio-economiche delle minoranze etniche del quartiere di Brixton, il quale divenne tra l’altro teatro di altri grandi riots sia nel 1985 che nel 1995.
U2 – “Sunday Bloody Sunday”
Fin dalla fine degli anni Sessanta il clima politico-sociale in Irlanda del Nord era divenuto teso e violento a causa del conflitto che opponeva i cosiddetti unionists o loyalists, protestanti e discendenti dei britannici giunti nell’isola fino dal XVI secolo, che sostenevano l’adesione della provincia nordirlandese al Regno Unito, e i nationalists o republicans, cattolici e di discendenza irlandese che chiedevano invece l’annessione all’Irlanda. Dal 1970 l’IRA (Irish Republican Army) aveva iniziato una intensa guerriglia contro l’esercito britannico e contro la polizia nordirlandese, la Royal Ulster Constabulary, schierati a fianco degli unionisti, i quali avevano comunque sviluppato anche organizzazioni armate parallele per contrastare i cattolici irlandesi, come la UVF (Ulster Voluntary Force) e la UDA (Ulster Defence Association). Nell’affrontare l’esplosiva situazione socio-politica il governo unionista emanò una serie di normative restrittive dei diritti civili dei cittadini. Una in particolare provocò grande sdegno: era la norma secondo la quale un cittadino poteva venire imprigionato a tempo indeterminato sulla base di sospetti e semplicemente tramite l’approvazione del Ministero degli Interni, senza alcun tipo di processo. In reazione a questa norma, per la quale già centinaia di nazionalisti si trovavano nelle carceri britanniche, il 30 gennaio 1972 furono organizzate dalla NICRA (Northern Irland Civil Rights Association) molte manifestazioni in più città del paese. A Derry la folla riunita venne contrastata violentemente dal 1° Battaglione del Reggimento Paracadutisti comandato dal Colonnello Wilford, che aprì il fuoco sui manifestanti colpendone 26 e facendo 14 morti. Quella giornata passerà alla storia come la «Bloody Sunday».
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